Titolo: Resta con me
Autore: Elizabeth Strout
Editore: Fazi
Anno: 2010
Ebbene sì, il titolo, forse un po’ aleatorio soprattutto per chi ha poca dimestichezza con le Scritture, potrebbe far immaginare una storia d’amore, magari straziante, dolorosa, infelice… ma già l’incipit del nuovo, atteso, romanzo di Elizabeth Strout, riporta ad una storia sì d’amore, ma d’Amore. “Resta con me, o Signore”: ecco, è questa la frase completa che spiegherebbe meglio il romanzo.
La trama è pressoché ordinaria – un pastore della Chiesa Congregazionale, rimasto vedovo, affronta le malevoli voci della piccola cittadina di West Annett, nel Maine, nonché le difficoltà della vita quotidiana, soprattutto quando si trova a dover educare da solo le sue due bambine.
Il tono, tuttavia, è sereno, pacato, armonioso, così come la figura di Tyler Caskey, il ministro del culto, la cui figura e personalità lentamente emerge fra le pagine e si riempie via via di dettagli.
Raramente succede - ma è questo il caso - che in un testo natura e umanità si compenetrano e si completano a vicenda: i paesaggi nevosi, i fiumi , gli alberi, le case in periferia…tutto partecipa al dolore del personaggio e lo sublimano.
I particolari emergono lentamente, il nome del protagonista, il luogo, il tempo e così anche il nome di lei, Lauren, la moglie del reverendo, la cui figura il lettore può solo ricostruire, grazie ai numerosi flashback narrativi che la scrittrice inserisce. I capelli rosso-fragola, i vestiti alla moda, le scarpe con il tacco alto, la franchezza senza inibizioni delle sue osservazioni, fanno di Lauren una figura poco “adatta” a Tyler, “una sgualdrina” addirittura era solito definirla Charlie Austin, il diacono.
E suscita scandalo, allora, che Katherine, la piccola di cinque anni, durante la recita del “Padre Nostro”, ha bisbigliato “Odio Dio”. Proprio lei, la figlia del reverendo. O piuttosto proprio Tyler, che non fa nulla per smentire le voci di una relazione con la sua domestica.
“Resta con me” è un romanzo corale, come pochi nella storia della letteratura: la comunità che aveva accolto con fervore, stima e rispetto Tyler, è la stessa che adesso è capace di suscitare un vespaio intorno e di colpirlo, già agonizzante, attraverso le due persone più importanti vicino a lui e nel contempo, le più fragili, la piccola Kathy, incapace di parlare e per questo costretta a sedute psicologiche, e la domestica, Connie Hatch, accusata di omicidio.
Le certezze, l’amore per Dio, da sempre il fondamento solido su cui si basava la vita di Tyler, cominciano a vacillare; diventa sempre più difficile preparare i sermoni e parlare alla comunità, alla sua comunità.
La salvezza per Tyler sarà- paradossalmente- un momentaneo abbandono del pulpito, un ritrovarsi uomo e peccatore, insieme a tanti uomini e peccatori. La fine del romanzo coincide con il trionfo dell’Amore, con la mano di Dio che rialza e accompagna Tyler.
E per tutti noi che <amiamo in modo imperfetto>, “Resta con me” è quasi una tappa, difficile ma necessaria, per avvicinarsi alla Sensazione.