Vittorio Arrigoni è nato a Besana Brianza, in Lombardia trentasei anni fa. Attivista per i Diritti Umani dell'International Solidarity Movement, ha anche un blog seguitissimo, «Guerrilla radio», e nel 2009 ha pubblicato il libro Restiamo umani, che è anche il monito con cui chiudeva le corrispondenze per il manifesto dalla striscia di Gaza durante i giorni dell'assedio israeliano. I proventi del blog e del libro sono stati devoluti interamente al Center for Democracy and Conflict Resolution, per finanziare progetti di assistenza ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati durante l'assedio. Sul suo profilo facebook affermava che il suo «non è un lavoro (non essendo retribuito) ma una vocazione». Vittorio Arrigoni è stato ucciso oggi dopo essere stato rapito il mattino del giorno prima nella Striscia da un commando ultra-estremista salafita. E' stato trovato in un appartamento di Gaza City dai miliziani di Hamas, al termine di un blitz condotto nel cuore della notte. I sequestratori avevano fissato per le 16 di oggi il termine ultimo per il rilascio dei loro «confratelli» detenuti, pena l'uccisione dell'ostaggio ma non hanno neanche avuto la lucidità di rispettare la scadenza dell'ultimatum, soffocandolo, a quanto sembra, diverse ore prima, accecati da un odio talmente forte contro quell'occidentale che "diffondeva i vizi occidentali" da sopraffare anche i loro calcoli militari. Hanno ucciso un amico dei palestinesi, uno che denunciava quotidianamente le sofferenze e i soprusi subiti da quella gente. Che la aiutava concretamente.
"A causa del mio impegno per i diritti umani per due volte sono stato imprigionato nelle galere di Tel Aviv e per due volte mi hanno torturato, e i segni che ho sulla pelle sono i segni delle catene con cui ti trascinavano in corridoi di dolore" spiegava Arrigoni in un videomessaggio in cui polemizzava con Roberto Saviano sulle violenze perpetrate da Israele sui palestinesi. Perchè è stato ucciso?I salafiti si rifanno al movimento islamico della Salafiyya, che letteralmente significa 'Movimento degli antenati', fondato dal riformista egiziano Rashid Rida verso la fine dell'Ottocento. Le organizzazioni salafite si caratterizzano per una rigorosa ideologia apocalittica che comprende un netto rifiuto di tutto quanto è relativo all'Occidente.Il loro obiettivo è quello di ristabilire il 'vero Islam' tramite il ritorno alle fonti, ovvero al Corano e alla Sunna del Profeta Maometto. Nella maggior parte dei casi sono riconducibili direttamente ad al-Qaeda. In passato le autorità di Hamas hanno tentato di reprimere, senza successo, il complesso universo salafita presente nella Striscia di Gaza. Sempre più giovani appaiono attratti dall'estremismo religioso.Estremisti sul piano religioso e politico e in concorrenza con Hamas, che giudicano troppo morbido nell'applicare la Sharia, estraneo all'ideale del Califfato mondiale predicato da Bin Laden e troppo prono al compromesso politico-militare. La galassia salafita ripropone lo spettro di una realtà che negli ultimi anni ha dato concreti (e cruenti) segnali di espansione nei Territori.Sono tre i principali gruppi movimenti salafiti attualmente operativi nella Striscia di Gaza e che rappresentano una spina nel fianco per Hamas. Si tratta del Jund Ansar Allah (i Soldati di Dio), del Jaish al-Islam (l'Esercito dell'Islam) e del Jaish al Umma (l'Esercito della Nazione). Il più pericolo di questi gruppi per Hamas e per gli equilibri dell'area è quello dei Jund Ansar Allah.
Una violenza, quella dell'Islam radicale, che va dritta al punto. Non importa se un ragazzo occidentale è lì per aiutare il loro popolo, per sensibilizzare il mondo alla tragedia quotidiana di Gaza, per dedicare la sua vita ad aiutare il prossimo. Per i gruppi integralisti islamici quel ragazzo era solo e semplicemente un vizioso infedele da ammazzare.
Nonostante il monito di Vittorio, restiamo ancora disumani.