Resveratrolo, rapamicina, metformina: buone notizie / cattive notizie (parte seconda)

Creato il 09 dicembre 2010 da Estropico

Settimana scorsa mi sono occupato di resveratrolo (brutte notizie, almeno per quanto riguarda l'estensione delle aspettative di vita massima) e rapamicina (buone notizie, ma resto perplesso di fronte ai suoi effetti collaterali, cioe' l'immunosoppressione). Ora veniamo alla metformina. Un articolo dalla rivista della Life Extension Foundation, intitolato "Il medicinale che praticamente chiunque dovrebbe discutere col proprio medico" (The Drug Virtually Everyone Should Ask their Doctor About), raccoglie ed illustra le ragioni dell'interesse longevista in questo medicinale in circolazione da cinquant'anni per il trattamento del diabete.
Riassumo/traduco liberamente dall'articolo (si noti che questo e' un riassunto brutale - chi volesse approfondire non puo' prescindere dall'articolo originale in inglese):
Sebbene oggi la metformina sia un medicinale da ricetta, essa e' stata utilizzata per centinaia d'anni sotto forma di rimedio erboristico derivato dalla Galega officinalis (vedi illustrazione). L'abilita' della meftormina di coadiuvare la perdita di peso e' ben nota. Quello di cui ben pochi dottori sono al corrente e' che essa dimostra anche attivita' antitumorale.
Intorno al 2002, una serie di studi epidemiologi ha portato all'attenzione della comunita' scientifica il fatto che i pazienti diabetici trattati con metformina dimostrano livelli di mortalita' piu' bassi dei pazienti diabetici trattati con altri medicinali. Dapprima furono notati effetti protettivi sull'apparato cardiocircolatorio, poi, verso il 2005, comincio' ad emergere l'evidenza della prevenzione antitumorale. Una ricerca svizzera ha riscontrato, in soggetti diabetici femmine trattati con metformina per cinque o piu' anni, una riduzione del 56% dell'insorgenza di tumore alla mammella, del 62% del tumore del pancreas e, tra i fumatori, del 2,3% del tumore al polmone. Il diabete porta con se' un aumento del rischio-cancro, un  rischio che sembra essere ridotto dalla metformina. Perche' questa correlazione fra diabete e tumori? La risposta si cela nel rapporto fra gli alti  livelli di glucosio nel sangue e lo sviluppo dei tumori.
I diabetici sono predisposti a tumori a fegato, pancreas, colon, mammella, endometrio, reni e altri organi/tessuti e si teorizza che cio' sia dovuto agli elevati livelli di glucosio nel sangue e al conseguente aumento del peso corporeo. La metformina interviene su questi parametri, agendo come "agente mimetico" della restrizione calorica. In pratica, essa "inganna" l'organismo, facendogli "credere" di trovarsi in un periodo di carestia e "convincendolo" ad attivare gli stessi meccanismi protettivi attivati dalla restrizione calorica. Si noti pero', che altri farmaci il cui ruolo e' di abbassare i livelli di glucosio nel sangue, non hanno dimostrato i benvenuti effetti collaterali della metformina, il che suggerisce che altri meccanismi siano in azione.
L'impatto della metformina sull'organismo include l'attivazione dell'enzima AMPK, un "sensore metabolico" il quale sottopone le cellule tumorali a "stress metabolico", spingendole ad una morte prematura e prevenendone la crescita quando sono ai primi stadi del proprio sviluppo.
La metformina inibisce inoltre la stessa proteina inibita dalla rapamicina (mTOR, o mammalian target of rapacycin), una proteina implicata nello sviluppo del cancro. E, contrariamente alla rapamicina e agli altri medicinali inibitori di mTOR, l'effetto inibitore della metformina e' privo di effetti collaterali
I tumori contro i quali la metformina ha dimostrato di avere effetti protettivi sono: mammella, endometrio, prostata, pancreas, polmone e intestino colon, ma l'articolo della LEF prevede che nei prossimi anni avremo evidenza di un simile impatto anche su altri tipi di tumori, dato che sembra logico suppore che l'azione di questa sostanza su AMPK e mTOR abbia un impatto sullo sviluppo di altri tumori.
Dei recenti studi indicano che la metformina puo' prevenire la replicazione del virus dell'epatite C (di cui e' infetto circa il 3% della popolazione mondiale e che puo' portare a cirrosi e/o tumore al fegato). Un trial clinico all'Universita' di Nottingham sta per iniziare, con lo scopo di esplorare questo approccio ad un'infezione altrimenti senza cura.
L'articolo si conclude con una sezione dedicata a chi non dovrebbe assumere metformina: fra gli altri chi soffre di ketoacisosi, problemi cardiovascolari, di fegato o renali, in quanto l'uso della metformina e' associato ad un aumento del rischio dell'acidosi.
E io non posso che concludere facendo notare che non sarebbe la prima volta che i longevisti sono avanti di qualche anno rispetto al mainstream (si veda per esempio il recente caso dell'aspirina). Senza dimenticare i rischi connessi alla ben nota (da queste parti) "scommessa del longevista" (vedi qui e qui).
Immagine: Galega Officinalis, la pianta dalla quale la metformina fu originariamente isolata (da Wikipidia)


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