I voucher regionali, ovvero buoni per l’acquisto di servizi presso centri accreditati pubblici o privati, trattano il paziente o il bisognoso, o bisognosa di assistenza, come il cliente di un “supermercato dell’habitat”, secondo l’odiosa espressione di uno studioso belga fatta propria dall’ex assessore Abelli. Modi di fare e di dire che scatenavano le proteste persino del compianto don Mutti e della Chiesa cremonese. Trattandosi di persone che soffrono, sarebbe il caso di rispettarle. Merita lettura il comunicato diffuso da Rete Donna Lombardia, sottoscritto anche da Rete Donne Cremona.
La Giunta della Regione Lombardia il 14/05/2013 ha deliberato la DGR 116 “determinazioni in merito all’istituzione del Fondo Regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili: atto di indirizzo”,
La delibera prevede una serie di misure rivolte alle donne vittime di violenza che si sostanziano nel finanziamento di voucher. Si pensa cioè di affrontare il problema offrendo un contributo per l’acquisto di prestazioni e servizi.
Come richiamato dalla Convenzione di Istanbul (che speriamo venga ratificata dal nostro Parlamento in tempi rapidi), il problema della violenza sulle donne deve essere affrontato con interventi sistematici che realizzino una rete integrata tra i vari soggetti coinvolti: forze dell’ordine, servizi sociali e sanitari, privato sociale e associazionismo.
La legge della Regione Lombardia sulla violenza contro le donne è stata approvata all’unanimità ma non ha ricevuto attuazione e finanziamento per l’anno 2012. Chiediamo che venga rapidamente previsto il finanziamento della legge per il 2013.
Il meccanismo ipotizzato nella delibera recentemente approvata, il voucher, rimanda all’orizzonte del welfare disegnato in Regione Lombardia negli ultimi vent’anni e apre la possibilità che questi interventi vengano attuati da soggetti privati non sempre in possesso dei necessari requisiti di esperienza e competenza.
Peraltro, il voucher appare poco praticabile nelle drammatiche circostanze che ne renderebbero necessaria l’attuazione. Una donna sofferente e in grave difficoltà come può orientarsi con disinvoltura nell’acquisto di servizi di accoglienza e protezione?
La recente approvazione della Convenzione di Istanbul da parte della Camera dei Deputati indica la necessità di ripensare le strategie degli interventi di contrasto alla violenza sulle donne.
Le donne vittime di violenza hanno diritto a una risposta che coinvolga l’intera comunità. Se Non Ora Quando – Lombardia si unisce alla richiesta delle molte associazioni che chiedono alla Giunta e al Consiglio Regionale un impegno chiaro e deciso per il finanziamento della legge regionale e la revoca della possibilità di rispondere al dramma della violenza sulle donne attraverso la banale elargizione di un voucher.
Se Non Ora Quando? – Lombardia
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