"rete padrona": quali prospettive, fra internet e realta'?

Creato il 25 ottobre 2014 da Alessandro @AleTrasforini

In un periodo storico come quello attuale, sembrano essere tante ed in costante aumento le compenetrazioni fra virtuale e reale; l'impiego degli strumenti multimediali sta concorrendo nel trasformare ciò che è virtuale in una sempre rinnovata appendice della realtà.
In un contesto caratterizzato da una fortissima crisi socio-economica che ancora in alcune zone del mondo non tarda a passare, l'utilizzo di internet può aprire prospettive di confronto e descrizione precedentemente impensabili: è possibile vedere e/o trarre spunto da quel che succede dall'altra parte del mondo, in maniera molto più diretta rispetto ad epoche precedenti.
Innovazioni tecnologiche e consapevolezze riescono pertanto a viaggiare sui fili di quella ( seconda) realtà che è solito essere identificata come rete.
Bastano pochi clic per raggiungere identità virtuali, conversare anche a migliaia di chilometri di distanza, approfondire le proprie conoscenze su siti specializzati, [...]. E' possibile impiegare la rete per migliorarsi, per pescare ed attingere a fonti di conoscenza diverse e diversificate.
Se con la rete si può pescare, però, è anche possibile essere pescati dalla stessa?
In altre parole, pertanto, la rete è veramente quella che sembra a prima impressione?
Potrebbero esistere altresì alcuni aspetti critici, dannosi per la nostra quotidianità, capaci di debilitare le nostre ordinarie abitudini non assimilabili al virtuale? Quali aggettivi è possibili impiegare per definire in maniera chiara, consapevole ma soprattutto trasparente questa generica parola chiamata rete? Attorno a queste e molte altre considerazioni si muove il libro " Rete padrona - Amazon, Apple, Google & Co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale", scritto dal giornalista Federico Rampini e pubblicato da Feltrinelli.
Quale è il pilastro su cui è declinata l'intera opera, sfruttando il generico detto secondo cui " niente è come sembra"? Dall'anteprima di copertina è possibile riportare quanto segue:

"[...] La velocità del cambiamento digitale è stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la Rete penetra in ogni angolo della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, l'organizzazione del dibattito politico e della protesta sociale, perfino le nostre relazioni sociali e i nostri affetti.
Ma la Rete ha gettato la maschera. La sua realtà quotidiana è molto diversa dalle visioni degli iealisti libertari che progettavano un nuovo mondo di sapere e opportunità alla portata di tutti. I nuovi padroni [...] si chiamano Apple e Google, Facebook, Amazon e Twitter.
Al loro fianco, la National Security Agency, il Grande Fratello dell'era digitale.
E poi i regimi autoritari [...] hanno imparato a padroneggiare [...] le tecnologie e ormai manipolano la natura stessa di Internet.
Sia chiaro: guai a disprezzare i benefici a cui ci siamo assuefatti, nessuno di noi vorrebbe veramente tornare indietro. Ma il tecno-totalitarismo che avanza non è neutro né innocente. [...]"

L'assuefazione a queste forme di comodità comporta il pagamento di alcuni prezzi, definibili soprattutto come inconsapevoli ed incolpevoli.
Dentro alla rete riescono a nascondersi anche attitudini e comportamenti che vanno oltre la padronanza dello schermo di un computer: molti di questi fenomeni sono tanto invisibili quanto determinanti ( direttamente ed indirettamente) per le nostre vite.
L'impiego di internet e delle realtà ad esso collegate ha agevolato il fatto che parte della crescente complessità di questo mondo venisse scaricata anche ( o soprattutto) su questo livello del reale. Il mix fra queste consapevolezze varie può produrre esiti anche definibili come imprevedibili e concretamente sottovalutabili. Parte di questa tendenza si richiama ad una citazione attribuita al sociologo Manuel Castells:

" Internet è il prodotto di una combinazione unica di strategia militare, di cooperazione scientifica e d'innovazione contestataria." ( att. - 1996)

Sin dalla sua nascita, infatti, questo strumento è stato oggetto di una progressione quasi esponenziale nelle proprie potenzialità.
Parimenti alle potenzialità, però, sembrano essersi sviluppati anche ( e/o forse ancor di più) i limiti imposti all'essere umano fruitore.
La commistione fra elementi tanto lontani fra loro ha generato un ibrido che, anche inconsapevolmente, può generare rischi e/o delimitare nuovi confini nei quali doversi ( auto)esiliare per una forma di sopravvivenza: quanto mettere della propria vita privata nella rete?
Ogni profilo su social network può essere una porta aperta su noi stessi, senza che siano dagli utenti firmate e/o concesse autorizzazioni o firmati particolari permessi. Il nostro mondo può essere rappresentato tanto fuori quanto dentro, in questa generica rete.
Stabilire un punto di equilibrio nel concedersi è molto difficile: spettano agli utenti consapevolezze e capacità di giudizio.
Il fine estremo di questo concetto è descritto dallo stesso Rampini nella sua ultima opera:

"[...] capire quel che sta diventando la Rete è ormai indispensabile per cogliere la vera natura del capitalismo contemporaneo. [...]"

Il bilancio può essere di volta in volta diversificato, internamente ad un calderone che vede sempre più fondersi ciò che è realtà con quanto è virtualità.
Ricerca di un punto di equilibrio? Domanda con risposta asintotica, pari al limite che separa il cielo dalla terra sulla linea dell'orizzonte.



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