Magazine Cinema
Chick-flick in versione comedy spinta. Ciò che "Sex and The City" avrebbe dovuto essere, secondo alcuni. Tra Apatow e SNL, con qualche rimasuglio romance alla Julia Roberts, "Bridesmaids" ha mostrato che le donne sanno ridere e far ridere quanto gli uomini e sono parimenti volgari e prive di contegno, se necessario. Dopo un inizio scoppiettante e intelligente, "Bridesmaids" perde credibilità e mostra come un soggetto interessante possa, di colpo, trasformarsi in una boutade di poco conto, non disprezzabile ma non all'altezza delle aspettative entusiaste inculcate dal successo di critica e di pubblico. Sorpresa (in negativo) del 2011.
Sulla carta era il fenomeno della stagione, una comedy politicamente scorretta tutta al femminile, osannata dalla critica statunitense e inatteso colpo al botteghino. "Bridesmaids" si rivela il "vorrei ma non posso" del 2011, un soggetto "in potenza " memorabile, uno di quei "kick-ass" sopra le righe e geniali, ormai assoluti must di genere (da "Harry, ti presento Sally" in poi), che "in essere" si traduce in una forma convenzionale e a bassa gittata, capace di divertire a tratti, senza stupire. Corrispettivo di un frat-pack di nuova generazione, magari non a livelli altissimi di riconoscibilità individuale così come fu per il primo capitolo di "The hangover", non dichiarato riferimento (simpatica la querelle in corso tra Phillips e il team Apatow circa il rapporto copia/originale dei recenti lavori post-sbronza), il sister-pack guidato dalla Bridget Jones delle donne senza forme, qui anche sceneggiatrice e anima del progetto, Kristen Wiig, è costituito da caratteri ben scritti, anche se non troppo approfonditi (in almeno due casi, quelli di Ellie Kamper e di Wendi McLendon-Covey, in modo alquanto discutibile per la potenzialità degli antefatti) e convince nell'insieme (anche grazie ad ottimi nomi come Maya Rudolph e Rose Byrne), meno nelle singole personalità (una Melissa McCarthy sboccata e fine a sè stessa). Il vero problema è la scrittura, o meglio, l'oscillazione costante e forzata tra il mood comico, anche becero ed eccessivo, e quello romantico, in cui sentimenti come l'amicizia femminile, la malinconia dei tempi andati ed un alquanto polveroso buonismo ritrovato, diventano dominanti. Più che altro, "Bridesmaids" si divide in due parti speculari, non solo a livello contenutistico, ma anche per ciò che concerne la struttura stessa dell'intreccio. Se il primo tempo e oltre è un aperitivo gustosissimo e svalvolato di "non-sense" molto più intelligente che nei casi dei corrispettivi maschili, la seconda parte, al di là di qualche idea originale, interagisce con tematiche ben più serie, come il rapporto di fiducia che intercorre tra i personaggi e mescola trovate alquanto paradossali ad una svolta romance di dubbia utilità, che rende l'insieme non eterogeneo. E' come se le due sceneggiatrici, la Wiig e la Mumolo avessero diviso il lavoro, concentrando l'ironia futile e memorabile della stand-up comedy nella prima parte, a cui far seguire la lezioncina moraleggiante della seconda, aggiungendo qualche eccesso caricaturale per far quadrare i conti narrativi. D'altronde la durata eccessiva, tipica di film del team Apatow, richiede necessariamente un sovrapporsi di topoi di genere in qualche dissonanza tra di loro e finisce con lo sventrare la forza eversiva del plot che ne viene ridimensionato, addomesticato. Se il primo "The hangover" (non certo il pessimo sequel) era un buddy-movie dall'attitudine punk roboante e decisa, "Bridesmaids" è una comedy in salsa rosa anti-conformista che spesso cerca l'impennata per poi adagiarsi su un terreno morbido e convenzionale. E che siano maschi o femmine è secondario, conta quanto le due fazioni (sister-pack vs. frat-pack) siano in grado di colpire l'attenzione di chi guarda. E "Bridesmaids" è un film profondamente scritto, "Tha hangover" un film profondamente improvvisato. Non saranno, forse, due riferimenti sociologico/comunicativi (scritto vs. improvvisato) tipici di due attitudini generali ( maschi vs. femmine) a costituire il punto di partenza per interpretare i due diversi film, i loro destinatari e i motivi/base del loro intreccio?
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Perché non bisogna mai dire di una ragazza che è una mummia: un racconto egiziano
GATTA, TOPINA E BUON ANNO Torino, dicembre 2001 Stracchi come gelati in giugno, Massimo, Gigi e Fede trascinavano gli zaini sulle spalle ingobbite. Rassegnati. Leggere il seguito
Da Consolata
CULTURA -
Serie Cocktail - Alice Clayton Mr Sbatticuore cerca casa
In uscita oggi : Serie Cocktail di Alice Clayton Mr Sbatticuore cerca casaDettagli del libroTitolo: Mr Sbatticuore cerca casaTraduttore: Albanese T. Leggere il seguito
Da Madeline
CULTURA, LIBRI -
Sotto i riflettori: “Il mio viaggio più bello nel mondo”, di Giulia Dell’Uomo
È sempre un’emozione, quando un autore esordiente riesce a far centro nei cuori dei suoi lettori e ad arrivare ad esser tradotto in ben nove lingue; e l’emozion... Leggere il seguito
Da Ceenderella
CULTURA, LIBRI -
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 22/28 giugno
Dolcezze, buongiorno!Sentite la leggera brezza che vi scompiglia i capelli e porta in grembo alle vostre delicate narici uno strano olezzo?! Io sì. È l'olezzo... Leggere il seguito
Da Nereia
CULTURA, LIBRI -
Sabato shopping!
No, oggi non è sabato, ma oggi – o meglio, ieri sera dopo essermi ammazzata di studio fino a orari improponibili – ho trovato la forza (perché la curiosità ce... Leggere il seguito
Da Ceenderella
CULTURA, LIBRI -
Novità: “Mr Sbatticuore cerca casa” di Alice Clayton
In arrivo il 23 Giugno per la Mondadori, il 2° capitolo della serie “Cocktail”: Alice ClaytonMr Sbatticuore cerca casa Nel divertentissimo sequel di Mr... Leggere il seguito
Da Nasreen
CULTURA, LIBRI