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"Nessuno mi può giudicare", film d'esordio alla regia per Massimiliano Bruni, è un esperimento poco riuscito. Commedia social che ad un certo punto diventa troppo light, fino a sfiorare un panegirico all'Italietta del "cuore", è un divertente e accattivante prodotto popolare, ma è anche una pellicola abbozzata ed eccessiva, tutta votata ad una retorica nazionale sul topic del momento, le escort d'alto borgo. E laddove serviva un cinismo alla Moretti, non rimane altro che una sequela di banalità pseudo-romance di bassa leva. La satira non è pungente, ma servile, la conclusione accomodante, la scrittura spesso televisiva, mentre i personaggi sono figli di un'ottica, tipicamente italiota, da rappresentazione 2.0, nonostante prove attoriali discrete.
Tra le commedie di successo della stagione appena trascorsa, corrispettivo sociale e realistico del "Qualunquemente" di Albanese (quando la realtà, politica, supera la fantasia drammaturgica), "Nessuno mi può giudicare" è stata una vera sorpresa al botteghino. Bruni, co-sceneggiatore di Brizzi e legato sin da inizio carriera alle iperboliche performance televisive di Paola Cortellesi, sceglie la regia e si confronta con un soggetto di profonda attualità, il tema delle escort, accompagnatrici, sessualmente provocanti, di un numero congruo di esponenti del potere politico ed economico nazionale e non solo. Se il Manfredonia di "Cetto la Qualunque" ha una sua attitudine più politicizzata e paradossale, inserendosi, nonostante un risultato mediocre, nel panorama cinematografico italiano vicino alle crudeli prove di Pietro Germi, pur non avendo un minimo di spessore, Bruni, intercetta, su un altro soggetto spinoso, l'asse popolano delle commedie rose italiane con una struttura corale hollywoodiana tutta basata su relazioni di opposizione (maschi contro femmine, pseudo-tradizionalisti e pseudo-modernisti, ricchi e poveri)- Prendendo a piene mani dalla televisione (il cast è di impatto in questo senso), Bruni riesce a dosare con più attenzione gli ingredienti e sulla distanza svolge un lavoro superiore a Manfredonia, limitato dalle gag straripanti dell'Albanese mattatore. Ciò non significa che "Nessuno mi può giudicare" sia un film rimarchevole, tutt'altro, ma svolge la sua funzione di intrattenimento egregiamente. Il problema sorge quando si cerca di risalire alla china del messaggio sociale che, in un modo o nell'altro, il lungometraggio propone. Dato per assodato che si tratti di un'opera contemporanea e radicata nella realtà, va detto che il suo meccanismo interpretativo è a dir poco accomodante, basato su un ribaltamento ideologico e indirizzato ad un lasciapassare molto nazional-popolare del mestiere in questione. Non c'è una critica, ma un'accettazione, non c'è un retrogusto, ma tutto, compreso la svolta patetica, è in superficie. Così i momenti più accattivanti vengono cancellati da una squallida prospettiva complessiva, mentre alcuni eccessi (il carattere di Papaleo, scritto malissimo e recitato peggio, checché ne dicano gli estimatori) rendono il tutto ancora meno convincente, avvolto da una cappa di ideologia conforme. E quando affronti un film legato ad un tema sociale, anche in chiave comica, e ti rifugi nella conformità, l''operazione rivela immediatamente la sua mollezza contenutistica, la sua frivolezza e perde ragione di essere. Manca il cinismo di "Boris - Il Film", splendido esempio di cinema comico con istanze che si fanno largo sotto una struttura brillante e riuscita, un miracolo poco visto nel nostro paese. In alcuni momenti, sembra che il paragone tra i due possa reggere, grazie anche alla partecipazione di interpreti presenti nei due cast, ma è un'illusione momentanea e sprovveduta, che non fa che evidenziare la differenza abnorme, progressivamente. Il cast è molto ben amalgamato e le prove sono discrete. Paola Cortellesi, vera anchorwoman, mostra tutta la sua duttilità, ma (siamo d'accordo con alcuni critici) viene vincolata dalla scelta di copioni opinabili, Bova è un belloccio senza personalità ad anni dall'esordio, ma la vera sorpresa è Anna Foglietta, che potrebbe trovare un posto al sole nella commedia italiana odierna. La segnaliamo con molte speranze.
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