Magazine Cinema
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Ci vuole coraggio. E anche un bel pò di menefreghismo a fare un film del genere. I fratelli Strause, esperti negli effetti speciali, veri guru del settore dagli introiti abnormi, decidono di dare la svolta alle loro carriere e realizzano il primo film da registi. E in meno di 90 minuti riescono nell'impossibile, ovvero nell'impresa di mettere assieme una pellicola senza nè capo nè coda, difficlmente "masticabile" anche per gli appassionati del genere, che, vantandosi di un basso budget per un blockbuster (10 milioni di dollari), vuole essere una risposta sci-fi amatoriale alle produzioni di Michael Bay, con il tocco amatoriale di "Cloverfield" e l'evidente ispirazione (anche nell'organizzazione della messa in scena) allo splendido "District 9". In realtà, "Skyline" è lontano qualitativamente da tutti i prodotti a cui si ispira. E se "District 9" lo guarda, dall'alto della sua imponenza "morale" e narrativa, con un sorriso di scherno, e "Cloverfield", diverso nell'impostazione (è un monster-movie) ma simile nella scelta inziale del soggetto (seppur modulato in modo del tutto differente), sembra essere, a confronto, un classico, anche Michael Bay può dormire sogni tranquilli. Infatti i suoi "Transformers", pur essendo ridicoli, e avendo una sceneggiatura elementare, suonano come una boccata d'aria fresca, estiva. rispetto alle scempiaggini di scrittura, peraltro noiosa, e di recitazione del film degli Strause. Tanto che Megan Fox trova una sua ragione di esistere, paragonata alle attrici di "Skyline" e Shia LaBeouf è passabile, se si scorge la prestazione enfatica e finta di Eric Balfour. Ogni cosa è da Razzie. Una lancia a favore del film deve essere spezzata, infine. E' talmente ridicolo e sconclusionato, con "scene-madri" terrificanti e degne di una soap-opera con tanto di respirazione modulata (finta come non mai) da parte degli attori, che fa, in più punti, scoppiare lo spettatore in fragorose risate. Ci si chiede come un prodotto del genere sia stato realizzato, e soprattutto, complice anche l'introduzione weird, deficiente e forzatamente "americana", seguita da un'operazione di salvataggio senza suspense alcuna, quanta "droga" sia stata consumata da chi ha scritto la sceneggiatura e i personaggi, che hanno una consistenza nulla e sono funzionali alla messa in evidenza degli effetti speciali, l'unica cosa che il film sembra voler sottolineare, anche con uso della macchina da presa funzionale soltanto agli stessi (e gli Strause non spiccano per diversificazione o originalità nemmeno nel loro campo). Anche il meccanismo della luce-ammaliatrice, di solito potente e tradizionale, diventa una boutade degna di un z-movie dei tempi di Ed Wood, per un film che fa rivalutare il disastroso orizzonte creativo di Uwe Boll. Evitate di sperperare denaro inutile.
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