Magazine Cinema

Review - Potiche - La bella statuina

Creato il 22 febbraio 2011 da Ludacri87
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina
Review - Potiche - La bella statuina6.0 su 10
Delusione in salsa Ozon, una delle poche, forse l'unica così cocente della carriera finora da me visionata. "Potiche" è una "pastiche", per dirla in termini affini. Ed è un "pastiche" perchè, spesso, i cambi radicali di rotta, in una carriera, non aiutano, o almeno, non aiutano quanto dovrebbero. Il film precedente era "Il rifugio", intimo e intenso. Subito dopo una commedia dei sessi in cui, in un modo o nell'altro, il tradizionalismo e il buonismo dominano incontrastati, in cui il carattere eversivo si perde per strada e lascia scorgere in sottofondo una sceneggiatura-divertissment. Il film punta molto sull'estrosità visiva, sulla creazione scenografica, l'attenzione ai costumi, lo stile e qualche zampillo di cinismo iniziale. Ma i personaggi si perdono nei loro tipi, da commedia senza personalità, in una società-contrasto che ricorda, da lontano, e senza lo stesso tocco originale, i film della premiata ditta Benoît Delépine e Gustave de Kervern. Manca la corposità, è tutto un lungo e insapore intreccio tra il paradossale e il poco interessante, il forzato e l'eccessivo, il kitsch e il demodè tornato appena di moda con una scaltra operazione di recupero vintage. Anche gli attori non se la cavano, anzi, per certi versi è una disdetta vedere Depardieu in un personaggio così banalizzato incontrare, dopo anni, la splendida Denevue, che è la vera stella che regge l'intero film, e che garantisce una valutazione sufficiente dell'opera, nobilitandola con charme e stile. Per il resto, un altro nome meno noto da noi (ma molto popolare in Francia), Fabrice Luchini sfiora la caricatura. Il tutto è montato, costruito, formalmente ineccepibile, ma anche aleatorio, non destinato a rimanere. Ed è un peccato che ciò che perduri sia un senso di vuoto, non abituale per un film targato Ozon.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :