storia di una matita by Michele D’Ignazio
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Il racconto ha come protagonista principale Lapo, un giovane uomo il quale, dalla campagna dove è cresciuto, giunge in una grande città nella speranza di realizzare quello che è da sempre il suo sogno: diventare un disegnatore di professione. Disegnare a Lapo è sempre piaciuto e sogna, arrivando nella grande di città, di poter ottenere che i suoi disegni siano ammirati da un vasto pubblico. Un giorno però a Lapo capita un fatto straordinario: pian piano, con una metamorfosi graduale, si trova trasformato in una matita. E così Lapo, novello Gregor Samsa, si trova, nella sua nuova veste di matita, a dover affrontare varie peripezie. Per prima cosa Lapo si trova nella necessità di disegnare una serie di maschere rappresentanti la più vasta gamma di espressioni facciali possibili e immaginabili. Questo perché, in quanto matita, Lapo non può più contare su un volto che muti espressione al mutar delle proprie sensazioni ed emozioni.
Lapo porterà quindi con sé le maschere realizzate e le indosserà alla bisogna. Un giorno, mentre sta andando ad acquistare dei vestiti su misura che possano calzargli a pennello sul nuovo corpo che si ritrova, passando per la piazza principale della grande città nella quale vive, Lapo disegna panchine, alberi e fiori lasciando stupiti ed esterrefatti i passanti. Trovandosi la piazza nelle vicinanze di un alto grattacielo sede degli uffici di delle televisioni più famose d’Italia, l’assembramento di curiosi e stupefatti ammiratori dell’opera di Lapo impensierisce il magnate della televisione che, vedendo la folla radunatasi cento piani più in basso, pensa immediatamente ad una qualche protesta contro di lui e ne è impaurito. Una volta scoperta la ragione di quell’assembramento il magnate dà l’incarico ad alcune persone di propria fiducia di trovare l’artista responsabile dei meravigliosi disegni della piazza.
Trovatolo lo incarica di realizzargli, ogni mattina, sul piazzale antistante il grattacielo della televisione, una serie di disegni che gli ricordino gli anni della propria infanzia trascorsa, come quella di Lapo, in campagna. L’opera di Lapo è talmente ammirata che il magnate decide di realizzare una trasmissione, o meglio una serie di trasmissioni, su di lui e le sue opere d’arte. Questo fatto però, lungi dal lusingarlo, spaventa Lapo che decide infine di licenziarsi dal proprio incarico di disegnatore su piazza. Questa decisione causerà la sua nuova trasformazione da matita in umano. Prima di abbandonare del tutto la professione di disegnatore, dopo essersi reso conto che il fatto che la gente ammirasse la sua arte non era poi così divertente, Lapo decide di realizzare un ultimo disegno. Stavolta la sua tavolozza sarà il grattacielo sede della televisione. Per quel suo ultimo disegno Lapo sfiderà la propria paura dell’altezza e utilizzerà delle impalcature traballanti che in più di un’occasione rischieranno di farlo cadere di sotto. Questo ultimo disegno lascia assolutamente attoniti gli impiegati della televisione che vedendolo rimangono come incollati, dal primo all’ultimo, sul piazzale antistante l’entrata del grattacielo. Questo nuovo assembramento preoccupa e spaventa nuovamente il magnate della televisione il quale, come già aveva fatto il primo giorno, chiama la propria segretaria e i propri aiutanti per avere chiarimenti su quel nuovo assembramento. Non trovando nessuno, nemmeno i piloti dell’elicottero, il magnate, raggiunto il tetto del grattacielo sale al posto di guida dell’elicottero e se ne va spaventatissimo. E così l’ultima opera di Lapo viene ammirata da tutti tranne che dal magnate.
Una favola moderna consigliatissima tanto ai piccoli quanto a chi piccolo non è più, se non, per i più fortunati, nell’intimo!
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