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Review: Tempo di imparare

Creato il 14 febbraio 2014 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Tempo di imparare
Tempo di imparare by Valeria Parrella
My rating: 5 of 5 stars

Una storia incantevole. Dolce e tenera. Una storia fatta di amarezze, frustazioni ma anche di felicità e di conquiste. La storia di persone speciali, nel vero senso della parola. Il protagonista principale di questa storia, tutta narrata in prima persona dall’autrice, è Arturo. Arturo è un bambino portatore di handicap. La sua vita si svolge tra medici, psicomotricisti, logopedisti, psicologi e svariate altre figure operanti nell’ambito sanitario che lo seguono e lo valutano, per usare un termine tecnico.
Inizialmente la madre si trova a dover affrontare, più volte, le mille preoccupazioni inerenti il futuro di quel suo figlio speciale. Poi arriva l’inizio della scuola e la madre si rende conto che il figlio, pur non esprimendosi a parole, si fa capire, fosse anche solo attraverso uno sguardo o un’occhiata, come quando, al termine delle lezioni quel primo giorno di scuola, giunto all’inizio della scala, lui cieco da un occhio e quindi bisognoso di calcolare bene le distanze in luoghi che non conosce bene, si gira verso l’insegnante e questa capisce, da quella breve e semplice occhiata, la necessità del bambino e, senza bisogno di dire una sola parola, lo prende per mano e lo riconduce dalla sua mamma. All’interno della scuola Arturo trova compagni specialissimi; bambini che lo aspettano quando al lunedì egli entra due ore dopo perchè si deve sottoporre in quelle due ore a fisioterapia, che gli tengono il posto nel banco e quel posto al banco è la metafora del posto di Arturo nel Mondo. E poi ci sono i genitori dei compagni di scuola di Arturo, i quali accompagnano e danno man forte alla madre di Arturo il giorno che si reca dal Dirigente scolastico affinchè egli interceda e si adoperi affinchè Arturo abbia la giusta integrazione nelle ore di sostegno e lo fanno perchè Arturo è compagno di scuola dei nostri figli. E tra questi genitori non ci sono solamente gli altri genitori di bambini speciali, i genitori membri effettivi del cosiddetto “Gruppo Boh”, ma anche genitori con figli “normali” che sono lì, “chi prendendo permessi chi spostando appuntamenti” per spirito di solidarietà verso la madre di un compagno di scuola dei propri figli come ho detto poco fa.
Un romanzo, una storia di vita, da leggere per commuoversi e riflettere.

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