The Secret Sharer by Joseph Conrad
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Anche in questa avvincente storia di mare troviamo come protagonista un giovane Comandante alle prese col proprio “Primo comando”.
Il nostro giovane Comandante è un estraneo su quella nave, o almeno tale si sente in mezzo all’equipaggio che sulla nave ci hanno lavorato e vissuto molto più a lungo di lui.
Quella che dovrebbe essere la “sua” nave egli non la conosce, non sa come debba essere governata al meglio e anche con l’equipaggio, a partire dal suo secondo con delle “terribili fedine”, non ha una gran dimestichezza o un gran dialogo.
Una notte nella quale il giovane Comandante si trova a fare il turno di guardia, o meglio in una notte nella quale egli ha preteso di fare il primo turno di guardia, sale a bordo un uomo.
Si tratta di un giovane uomo che, ad un occhio non troppo indagatore, può, per alcuni versi, apparire come il “doppio” del giovane Comandante.
Questo “secondo Comandante” giunge a bordo della nave dopo essere fuggito da un’altra nave, ancorata a relativamente poca distanza, nave sulla quale ricopriva il ruolo di primo ufficiale del Comandante, dopo aver ucciso un marinaio in un scontro originato da uno scatto d’ira.
Al giovane Comandante il nuovo arrivato non sembra avere l’espressione di un efferato assassino e quindi si prende l’incarico di nasconderlo, prima di tutto, alla vista del resto dell’equipaggio della nave e quindi, quando verrà a cercarlo, anche al Comandante dell’altra nave.
Perchè lo fa? Cosa lo spinge a prendersi tanto a cuore quello straniero?
Principalmente, oltre, come si è detto, alla convinzione che egli non sia un assassino, perchè con quel “compagno segreto” a bordo il giovane Comandante non si sente l’unico estraneo a bordo di quella nave; finalmente ha qualcuno col quale dividere il proprio tempo e i propri pensieri.
Dopo qualche giorno di convivenza a bordo della nave il giovane Comandante aiuta il proprio “compagno segreto”, il proprio “doppio” a fuggire, permettendogli di calarsi in mare nei pressi della riva di un’isola.
Compiendo quella manovra si espone al rischio di “mandare a monte” la missione che si è assunto assumendo il comando della nave, ossia quella di porta la nave del proprio “Primo comando” in un porto sicuro.
Tutto però si concluderà per il meglio e, ritrovatosi di nuovo senza il proprio “doppio”, il giovane Comandante si ritroverà privo della convinzione di essere un estraneo a bordo della “propria” nave.
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