The Half Bad Trilogy
Sally Green
Rizzoli 400 pagine
La magia esiste, ed è spaccata da una guerra millenaria. Appartenere a un fronte definisce il ruolo di ciascuno nel mondo, garantisce compagni e alleanze; ma soprattutto decide chi sono i nemici, che vanno giustiziati senza rimorso. Nathan vive in una zona grigia: figlio di una maga Bianca e dell'Oscuro più terribile mai esistito, cresce nella famiglia materna, evitato da tutti, vessato dalla sorellastra, perseguitato dal Concilio che non si fida di lui e anno dopo anno ne limita la libertà, fino a rinchiuderlo in una gabbia. La stessa guerra che divide il mondo della magia si combatte nel cuore di Nathan, in perenne bilico tra le due facce della sua anima, che davanti alla dolcezza di Annalise vorrebbe essere tutta Bianca, e invece per reagire alle angherie si fa pericolosamente Nera. Ma è difficile restare aggrappato alla tua metà Bianca quando non ti puoi fidare della tua famiglia, della ragazza di cui ti sei innamorato, e forse nemmeno di te stesso.
La scintilla che speravo scoccasse per Half Bad si è rivelata una fiammella piuttosto fievole. Mi dispiace davvero perché speravo che questo libro potesse piacermi, forse mi ero fatta un'idea piuttosto diversa rispetto a quello che poi si è effettivamente rivelato essere il libro, fatto sta che non mi ha convinta del tutto.
Partiamo prima da quel che non mi è piaciuto? Ma sì, togliamoci questo cerotto il più velocemente possibile.Il world building mi è apparso un tantino sempliciotto. Ogni Incanto riceve un Dono il giorno del suo diciassettesimo compleanno. Il Dono varia da individuo ad individuo. Ci si può scoprire essere dei geni con le pozioni, diventare invisibili, modificare il clima e chi più ne ha più ne metta. Gli incanti sono anche in grado di fare incantesimi. Ma come? Tutto resta sempre piuttosto sul vago e questo un pò mi ha delusa.
E non sono le cose fisiche, i geni, il Dono, che fanno di una persona un Incanto Nero. Devi crederci. Conta come pensi e come ti comporti. Non sei malvagio, Nathan. Niente in te è malvagio. Avrai un Dono potente-ne siamo tutti convinti- ma sarà il modo in cui lo usi a dimostrare se sei buono o cattivo.
Le poche rivelazioni che si susseguono nel corso della storia così come i momenti di maggiore tensione... beh, mi hanno lasciato abbastanza indifferente. Il libro non è mai riuscito a prendermi del tutto. È iniziato a piacermi un pò di più verso la metà ma anche dopo, non è che sia riuscito a farmi cambiare idea.
Mi è piaciuto il rapporto di Nathan con la sua famiglia di Incanti Bianchi, in modo particolare quello con il fratello maggiore Arran. I due sono molto legati e Nathan pensa spesso al fratello. Un pò meno mi è piaciuto il rapporto con la sua coetanea e compagna di classe, Annalise. I loro sentimenti non sembrano poggiare su delle basi poi così solide. I sentimenti di Nathan devono le sue origini ad una cotta adolescenziale e alla sua immaginazione più che a qualcosa di costruito e alimentato con il tempo.
Il modo in cui Nathan viene emarginato dalla società di Bianchi invece è reso più che bene. Essendo un mezzo codice, Nathan non appartiene nè ai Bianchi nè ai loro nemici Neri. È trattato male, viene abusato psicologicamente e la maggior parte delle persone non vuole avere niente a che fare con lui. Il Concilio dei Bianchi limita la sua libertà per la sua discendenza da Marcus, il loro ricercato numero uno, in quanto Incanto Nero potentissimo. Vogliono utilizzare il legame di parentela tra i due come trappola per Marcus, ma nel farlo non si curano di trattare Nathan come essere umano.
Non c'è ombra di un Bene contro il Male: la società dei Bianchi forse vuole si proteggere la sua comunità, ma nel farlo non lo fa certo con i guanti di velluto. È pronta a sporcarsi le mani e ad infischiarsene dei diritti di un bambino. Ci sono due diverse sfumature di male, forse. Su cosa sia poi il male minore, questo è ancora tutto da vedere.
Non so ancora se proseguirò nella trilogia. Aspetterò che sia il tempo a decidere.
La mia opinione: 3 stelle✭✭✭Nym