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REVIEW: Una Notte Da Leoni 3

Creato il 12 giugno 2013 da Sgruntreviews
REVIEW: Una Notte Da Leoni 3La prima volta che, nel lontano giugno 2009, hai visto al cinema "Una Notte da Leoni" hai riso talmente tanto che ti sei sentito in dovere di ringraziare le maggiori divinità che la sala fosse vuota. Hai dovuto anche rassicurare la maschera che no, non stavi né avendo un attacco d'asma, né eri posseduto da Pazuzu e che non stavi per lanciare un fiotto di vomito che poi era zuppa di piselli verde su tutte le poltrone, quindi non doveva chiamare né i paramedici né un esorcista.
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Così, quando ad ottobre 2010 hai letto online che il sequel era in produzione era comprensibile che fossi eccitato come un gerbillo, riuscendo a stento ad attendere i sette mesi che sono dovuti passare prima che "Una Notte da Leoni 2" uscisse nelle sale.

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Tuttavia, nonostante l'eccitazione e la prospettiva di grosse risate, non sei riuscito a trattenerti e, mentre le gambe procedevano spedite verso il cinema, la tua mente veniva affollata da dubbi. Sarebbe riuscito a sorprenderti, a divertirti e nel buio incatenarti come aveva fatto il primo, o sarebbe stato semplicemente una pallida ombra, insicura e grottesca, della genialità che aveva contraddistinto il primo?
Nella sala, hai dovuto aspettare circa dieci minuti perchè la risposta si palesasse davanti ai tuoi occhi. E, per quanto dolorosa, era una e una sola:

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Si, lo ammetti, un paio di battute ti hanno strappato un sorriso. Forse ad una hai riso, non ne sei sicuro.
Quello di cui però sei perfettamente certo è che sei uscito dalla sala che camminavi come se fossi sull'ultimo miglio. E no, non stai parlando di quello verde. Quello con 'sto film non ha nulla a che fare. Camminavi e non riuscivi a capacitarti di quello che era successo. Di cosa avesse fumato come avesse fatto lo zio Phillips a non capire che riproporre la trama del precedente, cambiando semplicemente città, non fosse dalla parte sbagliata della scala da zero a ommioddio-che-ti-passa-per-la-testa.
Oramai disilluso a sufficienza per non metterti a salterellare per la stanza come un lepronte perchè si, per gli amici Pixar "Jackalope" si traduce così, a marzo 2013, prendendo visione del primo trailer

Che per chi non lo avesse visto è questo
non sei riuscito a capire esattamente di cosa era composta la complicata miscela di emozioni che ti ha pervaso l'animo. Perchè c'è un po' di tutto. Paura, che sia di nuovo una brutta copia; interesse, perchè diciamocelo, hai riso fino a piangere guardandolo; terrore, che le uniche scene divertenti se le siano già sparate; ansia, visto che è uno dei film che hai atteso con maggiore impazienza.
Quindi sei andato al cinema con questo miscuglio di emozioni legato dentro, ed ora che lo hai visto l'unica cosa che puoi dire è: cappero
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Come dicevi poco fa "The Hangover, Part III", conosciuto qui in italia come "Una Notte da Leoni 3" perchè ai traduttori italani i leoni piacciono un frego, chiedetelo a "the big year" o a "the big wednesday" era tra le prime posizioni della classifica dei film che attendevi di più. Beh, forse non esattamente sul podio, parlatene con "Ender's Game" che se ti fanno bene anche solo quello tutti in sala vedranno le calde lacrime che sei disposto a versare "Pacific Rim", "Man of Steel" e "Star Trek" ma, diamine, ci era vicino.
Dando a Cesare che no, non ha mai abitato a Las Vegas quello che è di Cesare, sei disposto a dire che "The Hangover Part III" ti ha fatto ridere per quasi tutta l'ora e quaranta. In alcuni momenti ti sei perfino dovuto asciugare le lacrime. Quello che ti lascia l'amaro in bocca è altro.
Ancora una volta il concetto di base è lo stesso. Oh si, hanno rimodellato l'idea e dato una trama vagamente più d'azione, ma il concetto di base è sempre lo stesso maledetto cercare disperatamente qualcuno mentre quel povero cristo di Doug (a.k.a. Justin Bartha) viene rapito. Di nuovo
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Virtualmente è tutto qui. E non scherzi. E' solo un rimaneggiare lo stesso materiale oramai tiepido e stantio che fatica ad essere divertente. Per sua fortuna non è un film che puntava tutto sulla trama il cui massimo pregio è quello di essere riuscita a rimodellare la stessa storia degli ultimi due film. L'unica cosa che veramente ti ha fatto brillare gli occhi sono state le citazioni che Todd Phillips è stato così furbo da infilarci. Tipo la strizzatina d'occhio a "Le Ali della Libertà", nei primi minuti. O la domestica che cita Blade Runner, Chow che fa il verso a Scarface. O tutto il quartetto che si fa una camminatina in stile Abbey Road.
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Ovviamente, quando dici "unica cosa" ti stai riferendo semplicemente alla qualità della trama, non a tutto il companatico, di cui ora andiamo a parlare. La promozione di Mr. Leslie Chow da figura marginale a spalla comica principale è stata a tuo parere una vera e propria genialata, e non solo perchè è dal primo film che lo adori. Assieme ad Alan e le dimostrazioni continue della sua follia infantilistica, che dall'inizio del film non fa che causare danni sempre più irreparabili, fa si che il ritmo delle scene comiche sia incalzante. Tuttavia, appoggiandosi totalmente su quelle due facce della stessa inarrestabile medaglia di follia e sregolatezza per quanto riguarda il comparto risate, compito svolto senza errori da Galifianakis e Jeong, fa si che gli altri due protagonisti passino totalmente in sordina, tanto che, se non esistesse il primo film visto che il secondo fai finta che non esista per partito preso si farebbe una grande fatica a dar loro una connotazione caratteriale. Ma lo ammetti, quando Phil si lascia fare una foto appeso alle lenzuola hai rischiato di lussarti la mandibola
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Ethan Hunt ci spiccia casa
Per quanto riguarda la regia, Todd Phillips fa di tutto per movimentare la scena, ricorrendo a sequenze d'azione spettacolari, che vanno dall'evasione di Chow dei primi minuti (e per cui ancora ridi), alle scene in strada, e all'intera sequenza del Ceasar's Palace, contro le quali non hai nulla da dire. Non saranno la linfa vitale del film, ma contribuiscono a far si che le evidenti debolezze della sceneggiatura passino in secondo piano per qualche momento, rendendo il film più accettabile.
Insomma, per quello che ti riguarda "The Hangover Part III" gode di una buona idea, che è stata allungata ben oltre il suo punto di rottura. Meglio del secondo, ma continua a non reggere il paragone con il primo. Questo non vuol dire che non lo consideri un film riuscito, se lo si intende come film leggero, adatto a farsi delle belle risate in compagnia degli amici.

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