Villa Maltraversi by Gianni Materazzo
My rating: 5 of 5 stars
Con il romanzo “Villa Maltraversi” di Gianni Materazzo, l’autore che si è aggiudicato il Premio “Alberto Tedeschi” del 1989, torna sulla scena l’avvocato Luca Marotta. L’avvocato Marotta è un avvocato parecchio naif. All’inizio del romanzo lo troviamo in cronico ritardo per i turni di lavoro presso lo studio legale nel quale svolge la propria attività a causa della sua passione per il ciclismo che lo porta a dare la precedenza ai “tapponi” del Giro d’Italia. In occasione di uno di questi pomeriggi corti l’avvocato Luca Marotta si vede assegnare la difesa di Mirko Cavicchi, un giovane idraulico accusato dell’assassinio di Piera Maltraversi, una delle componenti di una famiglia di nobili origini. E così, a partire da quel momento, l’avvocato Luca Marotta si trova invischiato in un caso nel quale si troverà a contatto con i parenti della vittima, i quali si dimostreranno non sempre collaborativi. Solo il nipote della vittima, il giovane Fabio, si dimostrerà, a suo modo, un modo piuttosto saccente, collaborativo. Oltre a Fabio l’unica tra i restanti membri della nobile famiglia Maltraversi che si dimostrerà loquace con l’avvocato Marotta sarà Cristina Maltraversi sposata Savona, sorella della vittima per la quale l’avvocato Marotta finirà per essere “vittima” di una cottarella. Quella della Prof. Piera Maltraversi non sarà l’unica morte della vicenda. Mentre il processo per la morte violenta della Prof. Piera Maltraversi è in pieno svolgimento anche la vecchia contessa Virginia Maltraversi, diabetica e cardiopatica, muore apparentemente per una strana reazione alla quotidiana dose di insulina. Questa seconda morte, che verrà dimostrato essere non accidentale, scagionerà a tutti gli effetti il giovane idraulico sollevando ulteriormente il velo su una vicenda intricatissima di rancori e interessi, una vicenda nel quale l’identità del diabolico colpevole verrà svelata, come ogni giallo che si rispetti richiede e pretende, alle ultime pagine.
In appendice a “Villa Maltraversi“, nella sezione denominata “La Rivista di Ellery Queen” viene offerto ai lettori un bellissimo racconto che solo all’apparenza è un noir. La vicenda di “Un giardino incolto“, questo il titolo del racconto opera di Jo Bannister, racconta la storia di una giovane donna che, a seguito dell’ennesimo arresto del marito per furto, fatto che le arreca la perdita di lavoro e casa, per via di un ritardo nel pagamento dell’affitto, si rifugia, con i due figlioletti, a casa del padre. Qui, a seguito di un paio di lettere scambiate col marito, lettere accuratamente esaminate dal personale del carcere, la visita di un ispettore di polizia che, coadiuvato da una squadra di giovani e robusti aiutanti pescati tra gli aspiranti poliziotti, rivolterà, alla ricerca del bottino dell’ultima rapina commessa dal marito della donna, prima il giardino e poi lo stagno che del giardino è parte integrante. La conclusione sarà sorprendente e divertente.
Il giallo in questione non è recente ma se mai riuscirete a procurarvene una copia leggetevelo e godetevelo fino in fondo perchè merita davvero!
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