Revisionare un romanzo #2

Da Anima Di Carta

Seconda puntata dedicata all'argomento revisione.
Nella prima vi ho parlato dei miei primi passi per controllare, correggere e migliorare un romanzo. Come dicevo nel post precedente, dopo aver fatto una lettura veloce dell'intero testo ci sono già moltissime modifiche da fare sulla base di ciò che si è notato. In ogni caso, dopo questa operazione preliminare è necessario andare più a fondo e questo concretamente significa per me procedere a una serie di riletture che puntano a esaminare un aspetto alla volta del romanzo. In pratica organizzo il lavoro in modo da fare più passaggi, perché considerare con la dovuta attenzione tutti gli elementi in un unica lettura sarebbe impossibile (almeno per me). Comincerò, dunque, con il descrivervi alcuni di questi step.

Esaminare il conflitto


Questa fase è destinata soprattutto a migliorare la storia di per sé, quindi per il momento lascio da parte le singole scene e le rifiniture del testo. Avrebbe poco senso infatti mettersi a cesellare qualcosa che subirà altre modifiche, sarebbe un po' come preoccuparsi degli infissi o delle tende quando si sta ancora costruendo una casa. E per restare in tema con questa metafora, direi che questa fase della revisione si potrebbe paragonare al rinforzare la struttura dell'edificio. Non ne so nulla di costruzioni edili, ma spero che il paragone renda l'idea.
Prima di entrare nel dettaglio, però, vorrei fare una considerazione più generale. Sulla revisione si dice di solito che "va usata la testa" mentre nella prima stesura "si usa il cuore". Secondo me è vero ma non completamente: in realtà la razionalità andrebbe usata anche nella prima stesura. Anche se in quel momento per dare il meglio occorre liberare la creatività, è importante affiancarvi una certa dose di pianificazione. Non farlo significa quasi sempre ritrovarsi alla fine con una struttura debole o inconsistente, creata sospinti dal vento dell'ispirazione.
Non dico che bisogna mettersi a tavolino a progettare capitolo per capitolo, anzi io non scrivo mai così. Però posso dire con certezza che tutti i miei tentativi falliti in passato erano basati su un totale procedere alla cieca. Sapere con chiarezza di cosa parla la storia e qual è il conflitto principale che il protagonista o i protagonisti devono affrontare, evita che nella revisione si sia costretti a sfasciare tutto, dopo essersi accorti che una storia vera e propria non esiste.
Quando si scrive la prima bozza solo con il cuore, stiamo coltivando l'implicita illusione di poter modificare tutto in seguito, ma non è così. Che ci crediate o no, i personaggi a un certo punto si impadroniscono della storia e ne fanno quello che vogliono, e detto in modo più razionale, ciò che costruiamo è difficile da modificare. E a volte i piccoli cambiamenti trascinano così altri cambiamenti più importanti, con la conseguenza di dover riscrivere quasi tutto.
Allo stesso modo la creatività (il cuore) non può essere messa da parte quando si passa alla revisione, tutt'altro.
Dunque, il primo passaggio è per lo più dedicato ai protagonisti del romanzo e in particolare a esaminare il conflitto e capire come migliorarlo. In fondo la storia è di chi la vive, quindi trovo che sia importante cominciare dai personaggi e non dall'analisi della trama o dell'intreccio. Il conflitto è il contrasto tra ciò che il protagonista vuole e tutto ciò che lo ostacola. Proviamo a porci queste domande:
  • Il personaggio principale del romanzo ha un obiettivo definito?
  • Ho reso in modo chiaro nei primi capitoli questo obiettivo, sottolineando per esempio cosa desidera o teme il protagonista? 
  • Ho dato al protagonista una motivazione sufficientemente forte per conseguire il suo obiettivo o risolvere il suo problema?
  • Ho fornito il protagonista determinazione e passione tali da fargli affrontare gli ostacoli crescenti? Insomma, è abbastanza ossessionato?
  • Ho mostrato cosa accadrebbe se il protagonista non raggiunge il suo obiettivo? Quali sarebbero le conseguenze per lui o per lo chi lo circonda?
  • Il protagonista dà il massimo nel corso della storia, fa del suo meglio per raggiungere il suo obiettivo, usa tutto il suo potenziale?
  • Il protagonista è cambiato o ha cambiato il suo modo di vedere le cose a fronte di quello che ha vissuto nel corso della storia? C'è un arco di trasformazione?
  • Se c'è un antagonista, ha anche lui un suo obiettivo, una motivazione, una sua determinazione? O è un cattivo solo perché lo abbiamo dipinto così?
  • Gli ostacoli cambiano e crescono con il progredire della storia? La posta in gioco si alza? Le cose vanno peggiorando e precipitano nei capitoli finali? 
  • Ho fatto in modo che il lettore possa identificarsi con tutti i protagonisti, che sia preoccupato per la loro sorte e che soffra e gioisca con loro? Ho creato abbastanza empatia
Queste solo sono questioni di base e se abbiamo fatto un buon lavoro nella prima stesura, diventerà quasi inutile porsele. Se invece ci accorgiamo che qualcosa va irrobustito, è il caso di mettere mano alla struttura del nostro edificio, così che non crolli al primo soffio di vento.

Controllare la coerenza della storia


Abbiamo iniziato a scrivere con un'idea in testa e poi il corso della narrazione ha preso un'altra piega e il romanzo si è trasformato in qualcosa di diverso. Capita molto spesso, non è nulla di grave, anzi forse è normale. Il problema è che di questo cambiamento in corso d'opera potrebbe risentirne la storia, che non ha più una sua coerenza, ma assomiglia più a un collage di idee. Di solito basta una sola rilettura per rendersi conto di ciò, più difficile è invece porvi rimedio. A questo proposito è fondamentale capire qual è il tema del romanzo, la sua "anima", e verificare che trapeli in modo palpabile dal romanzo. Di recente ho letto un articolo su quest'argomento che mi ha aiutato molto: Premise: l'anima della storia.
Quello della premise non è un argomento facile (prima o poi  ne farò un post...), ma in fase di revisione è necessario porsi almeno il problema: che senso volevo dare a quello che ho scritto? Sono riuscito a trasmetterlo pienamente?
Probabilmente quando ci mettiamo a scrivere non siamo pienamente consapevoli del conflitto o del tema, ora però è il momento di fermarsi e guardare le cose in modo più obiettivo. Per farlo io uso spesso pormi delle domande, ma naturalmente ognuno ha il suo metodo per mettere in discussione ciò che ha creato.
L'esame del conflitto e della coerenza della storia sono passaggi importanti anche per voi?
Anima di carta

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