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Revolution o sostitution?

Creato il 22 gennaio 2013 da Patuasia

Dopo le dichiarazioni di Patuasia sulla candidatura di Laurent Viérin alla Camera, arrivano bene accolte anche quelle dei politici. Primo è Alberto Bertin, consigliere regionale di Alpe, che si esprime con la solita chiarezza: “Certe decisioni hanno come obiettivo il potere fine a se stesso” (aostasera.it). Difficile non dargli ragione dopo che quelli dell’UVP si erano espressi contro le poltrone e ora corrono per occupare quella prestigiosa, soprattutto dal punto di vista economico, della Camera. Neppure sono nati che già ambiscono a un ruolo istituzionale, mettendo in crisi l’Alleanza autonomista progressista, avversaria del loro stesso nemico. E poi predicano rinnovamento, etica e metodi diversi! Ha ragione anche Raimondo Donzel, segretario del Pd, quando dice che “Questo loro risveglio dopo il referendum in realtà cerca di dividere il movimento referendario… Ci vorrebbe un po’ più di umiltà da parte degli inceneritoristi nati quali Andrea Rosset.” (La Stampa). Infatti l’UVP propone un candidato alla Camera in contrapposizione a Jean-Pierre Guichardaz che per il referendum si è speso eccome e desiste su Patrizia Morelli, ex unionista e candidata al Senato. L’obiettivo di questa volontà di dividere il centrosinistra valdostano è quello di creare un nuovo fronte unionista e mettere all’angolo il PD, usandolo solo come carta da giocare con il futuro Governo Bersani. (Esattamente come aveva già fatto in passato papà Dino con i Ds). La revolution è semplicemente una sostitution. Rimpiazzare Rollandin con un nuovo governo viériniano. Mi sembra tutto molto chiaro. Altra prova che dimostra che questo ragionamento sta in piedi: Viérin ha dichiarato che ha votato Renzi alle primarie, perché dunque non votare Guichardaz alle politiche? Dopotutto il programma di quest’ultimo è lo stesso che condivide la Morelli. E poi quell’incontro con la Gauche? Con gli affezionatissimi di Dino insieme al segretario socialista Antonio Crea? Non rientra questo appuntamento nel “solito metodo dei veti, del tatticismo esasperato, delle desistenze e dei voti incrociati che ben conosciamo.“, come afferma giustamente Bertin?


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