“Revolutionary Road”

Creato il 13 maggio 2010 da Cinemaleo

2008: Revolutionary Road di Sam Mendes

 

E’ stato sicuramente uno dei film più premiati e celebrati della stagione 2008-2009 (ma, contrariamente alle previsioni, non è stato un successo al botteghino).

“Coppia anticonformista… Belli e colti, intelligenti e sofisticati, i Wheeler sono ammirati…” leggiamo su MyMovies e su quasi tutte le critiche. A mio parere il difetto sostanziale di Rivolutionary Road è che la specificità dei due protagonisti, il loro essere diversi e particolari non viene affatto fuori: tutti nel film ne parlano continuamente ma nulla ci viene mostrato che giustifichi la cosa. E così il dramma che scoppia scema di spessore e di intensità e toglie a tutta la storia parte dell’interesse che poteva destare.

Rimane il fatto che il lavoro merita d’essere visto, benché non a tutti i critici sia piaciuto (il Manifesto parla di “regia supponente” e di film che “non produce mai un’emozione”).

Siamo in pieni anni Cinquanta: imperano conservatorismo conformismo ipocrisia bigottismo… Tratto dall’opera omonima di Richard Yates del 1961 (secondo alcuni uno dei romanzi più deprimenti che siano mai stati scritti), il film è una analisi critica e pungente della società e della famiglia americana, una facciata che maschera una deprimente sostanza, una finta perfezione (tutti hanno il dovere di essere belli giovani e fortunati…) che impedisce di essere veramente se stessi… (per Il Corriere della Sera “il tema è, semplicemente e drammaticamente, la fine delle illusioni”, Il Messaggero parla di “autopsia del sogno americano”).
Un affresco non datato ma attualissimo: i sogni, i fallimenti, i compromessi, le incomprensioni, le rinunce, l’incapacità di comunicare… sono di ieri ma anche di oggi. Giustamente Paolo Mereghetti scrive che Revolutionary Road è “la vicenda senza tempo di un uomo e di una donna che non hanno la forza di fare, insieme e ciascuno per conto proprio, quella rivoluzione a cui allude il titolo del film e che è la scommessa di ogni essere umano: trasformare i sogni in realtà”.

Come già in American Beauty l’aspetto formale è praticamente perfetto, Sam Mendes è un maestro in questo campo (“la ricostruzione d’ambiente è impeccabile, e a volte fa venire da piangere”, La Stampa). Lode alla splendida colonna sonora di Thomas Newman e alla suggestiva fotografia di Roger Deakins.
Ma in Revolutionary Road è importante anche il contenuto, contenuto in cui molti spettatori potranno rispecchiarsi riflettendo sulle proprie crisi e sui propri fallimenti.

Bravissimi i protagonisti (ma perché insistiamo a doppiare Leonardo Di Caprio con una voce da ragazzo?), intelligentemente diversissimi dal film che più di dieci anni fa li aveva resi famosi. Eccezionali Kathy Bates e Michael Shannon (“per una volta i giurati dell’Oscar hanno visto giusto candidando lui, e non i protagonisti”, Fabio Ferzetti).
Kate Winslet (“sempre più erede della grandissima Meryl Streep”, FilmUp) ha avuto per questa interpretazione il Golden Globe.

p.s.

Negli anni Sessanta fallì il tentativo di trarre dal romanzo un film con Natalie Wood e Henri Fonda.

scheda 

premi e riconoscimenti

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