Chi ben comincia è a metà dell’operà, e proprio li Guy Ritchie si perde.
Titolo: Revolver
Cast: Jason Statham, Ray Liotta, Mark Strong
Regia: Guy Ritchie
Protagonisti: Criminali
Materia: Vendetta
Energia: Lotta Interiore
Spazio: Las Vegas
Tempo: 2000
Green, giocatore d’azzardo uscito di prigione, umilia un boss al tavolo da gioco che per quello lo vuole morto.
Sfuggito a tre tentativi di omicidio, scopre di avere una rara malattia e che quindi morirà comunque in pochi giorni.
Decide di uccidere il boss prima di morire e per la sua vendetta si affida a due strozzini che come compenso vogliono tutto quello che ha.
Nei 7 anni in prigione ha avuto tempo per raffinate le sue qualità di truffatore, pensabndo di essere una cima inizia a sentire una vocina… e il film diventa una boiata.
Se la parte iniziale è un’incalzante action movie ben girato, la seconda parte è un vero e proprio sconclusionato caos traumatico dipersivo che vuole farci ingoiare doppie personalità, confiltti interiori, autocoscienza e altre amenità del genere fallendo miseramente.
La parte psicologica finale è veramente una boiata, non funziona, l’ho anche rivista per capire il messaggio, un pò come fa la gente con Forrest Gump quando si ferma dopo una lunga corsa, ma niente nessun messaggio, evidentemente Guy Ritchie era un pò stanchino.
Voto Finale: Tremendo
Frase del film: L’unico modo per diventare più furbi è giocare con un’avversario più furbo.