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Ri-cavolo, a distanza di 4 anni

Creato il 12 maggio 2013 da Patrizia Poli @tartina

Il 2 giugno 2009 scrivevo - per gioco e solo per vedere come si faceva - il primo post su questo blog. Il titolo era “Cavolo!”

Dissi che mi ero trovata per caso a creare un blog, non ne capivo molto e farfugliai timidamente due parole circa chi ero e cosa avevo scritto. Da allora sono trascorsi quattro anni. Sul fatto che non capisco niente di quello che deve fare un webmaster ancora non ci piove, ma è passata tanta acqua sotto il ponticello. Provo a fare un po’ di storia.

All’inizio impostai questo come un diario di riflessioni personali. Lo chiamai “arlara”, che non è una principessa degli elfi o il nome di un cane, bensì quello di una pista da sci.  La mitica pista che va giù a Corvara con quelle curve giuste, quelle gobbe da prendere nel punto più ripido, dosando la distribuzione del peso e la centralità. Quella pista che lui ed io adoravamo, che ci univa, che conserva pezzi di noi nei cristalli del suo ghiaccio, nel metallo delle seggiovie, nei cumuli di neve ai lati. Quella pista che non scenderemo mai più. Lui ha avuto l’incidente in bicicletta, l’anno scorso, e non ha più l’equilibrio per sciare. Io ho i menischi fratturati. Sciare è una delle cose cui sto rinunciando, come tante altre. Sciare dominando la paura, sciare con un’emozione più di testa che fisica, col bisogno di controllo totale.

Quando aprii il blog, avevo da poco pubblicato (si fa per dire, più giusto il termine “messo in piazza”) Signora dei Filtri su ilmiolibro.it. Mi venne in mente che potevo usare questo spazio per pubblicizzarmi, inserendo miei racconti e brani dei miei romanzi. Non mi resi nemmeno conto che stavo facendo quello che fanno milioni di aspiranti scrittori, usare un blog per autopromuoversi.

Poi ci fu il periodo del gruppo “Le mie migliori amiche di Facebook” e del romanzone collettivo “Cielo Rossoblù” pubblicato qui a puntate. Esperienza devastante, dolorosa, fallita per l’infamia di un paio di persone: una pazza e l’altra stronza.

Con Ida Verrei, quindi, abbiamo aperto il Laboratorio di Narrativa. Sono state pubblicate centinaia di racconti con relative recensioni e il blog ha cambiato nome ed è diventato “Laboratorio di Narrativa arlara.blog”, collegato alla omonima pagina FB.

È iniziata poi la mia collaborazione con Livorno Magazine (rivista on line di cultura labronica) e con CriticaLetteraria (litblog molto conosciuto e affermato a livello nazionale). E allora il blog ha cominciato a ospitare anche gli articoli derivati da queste due esperienze.

Nel frattempo ho creato altre due realtà, il sito SignoradeiFiltri.altervista.org e il blog collettivo signoradeifiltri.overblog.com, insieme a collaboratori seri e affidabili.

Ma non potrei mai lasciare arlara, dentro ci sono quattro anni di me, esperienze di vita e letterarie, racconti miei e altrui, poesie nemmeno degne di questo nome, saggi e sfoghi personali. Un mosaico eterogeneo che non fa rientrare il blog a pieno titolo in nessuna categoria ma mi rispecchia proprio per questo. Appartengo, infatti,  a quella tipologia di persone che non sono mai completamente dentro a ciò che fanno, che si guardano vivere e non sono né carne né pesce.  Forse è un limite, forse un motivo di fascino, non sta a me dirlo, ma mi conforta sapere che questo vecchio e caro blog resterà anche dopo, anche quando io non camminerò più sulla terra.


Tags: arlara

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