New Haven.
Questa settimana è stata riaperta al pubblico la Yale University Art Gallery, un museo con una lunga storia alle spalle, che comincia quando nel 1831 John Trumbull vendette a Yale una serie di quadri che lui stesso aveva dipinto sulla Rivoluzione Americana.
Il museo è stato recentemente soggetto a restauro e a lavori che ne hanno aumentato le dimensioni, senza tuttavia intaccare l’unità architettonica originaria dello splendido edificio. Progettisti, critici e storici dell’arte hanno lavorato insieme basandosi sul principio degli opposti che si attraggono, esponendo infatti collezioni e pezzi unici visibilmente in contrasto tra loro: capolavori di grandi dimensioni, e altri molto piccoli; artefatti perfettamente conservati accanto ad altri di cui rimane infinitamente poco; esemplari rari e preziosi, vicino a oggetti più comuni.
Vasi greci, fregi egiziani, ceramiche, piatti e bottiglie, tesori archeologici rinvenuti in Medio Oriente e dipinti di Giotto e Raffaello.Tutto questo e molto altro è oggi conservato tra le mura di una galleria d’arte in grado di attirare gli studiosi e ugualmente di guadagnarsi il consenso dell’occhio trepidante del turista.
La Gallery ha immediatamente suscitato interesse, perché riunisce sotto lo stesso tetto la piacevole sensazione di intimità tipica dei piccoli musei, e l’ampiezza e il respiro di quelli più grandi. La riapertura dell’edificio è stata sotto tutti i punti di vista un vero e proprio successo.
Carlotta Prandi