Rieccomi qui a tentare di scrivere di nuovo qualcosa di sensato, dopo esattamente un mese di assenza dall'ultimo post che ho scritto. Assenza dunque dal punto di vista telematico, come avrete notato; ma anche mentale, derivante dall'avere troppe idee per la testa, e ritrovarsi alla fine soli con se stessi, senza che nessuna di quelle abbia lasciato una traccia profonda e convincente.
Universitaccia
Forse per noia, forse per masochismo, il cambio repentino di idee è un'attività in cui mi trastullo spesso. Il problema è quando finisce per autoapplicarsi non solo alla tesi da scrivere (summa quaestio destinata a riproporsi, ma che comunque, essendo limitata all'una tantum, non può crear eccessivamente confusione, se non per via mediata), ma anche agli esami ancora da sostenere, dei quali, seppur pochi, non solo un ammontare determinato deve essere scelto a piacimento, ma gli altri "canonici" rimanenti non sono decisamente tutte rose e fiori.
Indi per cui l'hobby del "cambio d'esame" a due e a una settimana dall'appello ho scoperto non fare decisamente per me.
Erasmus
"Son Finiti I Tempi Di Gloria", diceva qualche ammiratore della Gaynor tempo fa. Tuttavia, un periodo della vita che fu così florido non può non portare conseguenze in parte almeno altrettanto radiose; ed è così che in questo mese ho incontrato due amiche di Mainz di passaggio a Roma: un'italiana, che praticamente dopo la laurea va a trovare amici in giro per mezza Europa (con mia somma invidia!); una francese, amica di altri amici francesi conosciuti un po' di tempo fa, con cui però avevo trascorso una serata, anche se una sola, abbastanza movimentata; un bel gruppo di persone, che abbiamo rivisto recentemente, ma che purtroppo partirà a breve. Questi Erasmus-Placement sono decisamente troppo corti...
International
Se è vero che l'Erasmus non ha un inizio, una durata e una fine, bensì è uno state of mind, un modus vivendi, risulterà essere ancor più chiaro il motivo per cui da quando sono tornato sto cercando ogni scusa per frequentare stranieri e parlare altre lingue (tedesco in primis, difficile da imparare, facile da dimenticare!); grazie, in un certo senso, alla visita di quest'amica francese (di cui sopra), ci siamo rivisti con il gruppo di francesi (di cui sopra), tramite amici dei quali ho scoperto un posto dove fanno una sorta di aperitivo multikulti ogni settimana. Che tra l'altro, quando ci sono stato, era diventato più un aperitivo-tombola dato che era l'ultimo incontro prima di Natale. La cosa divertente è stata quando a pescare i numeri dal sacchetto erano le russe e le svedesi (ognuno doveva dire il numero nella sua lingua): dopo qualche secondo di imbarazzo, qualcuno dalla fine della fila gridava un "english please!", la ragazza di turno arrossiva e mormorava un "thirteen" imbarazzato. Oppure quando i francesi hanno spiegato ai tedeschi cosa vuol dire "bitte" (tedesco: prego) nella loro lingua.
La famigghia
Più si avvicina il Natale, più i miei mi utilizzano per le loro commissioni natalizie.
Più si avvicina il Natale, più vorrei vivere da solo.
Mia madre è convinta di vivere negli anni '60.
Mio padre ha smesso di fare battute tristi stile me da un po', non so se preoccuparmi o essere contento di avere il monopolio.
Pulchra vobis
LuciusDay