I Monologhi di Sana – Rubrica
Quando uccidi un re non lo pugnali in un vicolo. Lo uccidi dove tutta lo corte può vederlo morire.
(Amsterdam Vallon – Gangs of New York)
Se ti senti mortificata, diventa forte. I deboli sono destinati a morire.
(Alexiel a Cry – Angel Sanctuary)
Ricordi…
sospensioni
lacrime
dolore.
Non sono che flash,
nella testa
sulla pelle.
L’universo si rivoltava prepotente
e io crollavo
abbattuta, ferita, uccisa
da occhi impenitenti.
L’unica certezza, la sola consapevolezza
era che tutto ciò non mi apparteneva.
Che volevo vivere,
e non essere questa.
Non più questa vita di indigenza e schiavitù.
Mi hai fissato con odio e hai pronunciato la solita sentenza,
quella che secondo te aggiustava tutto lo scorrere delle cose.
Non
c’è
altra scelta.
Ti ho fissato con occhi vuoti
di rancore e pietà,
ti ho risposto quello che ti rispondevo sempre;
e per la prima volta ho capito che eravamo nemici,
che lo eravamo sempre stati.
C’è sempre una scelta.
È proprio lì, davanti a te…devi solo afferrarla.
Mi hai riso sulla faccia
mi hai chiesto cosa pensassi di ottenere,
che in questo mondo e in questa vita non c’è posto
per queste piccole donne, troppo fragili e bisognose.
L’unica scelta è divenire ingranaggi,
grigi e ritmati,
mimetizzarsi in mezzo alla folla e sperare di non essere notate per sopravvivere.
Ma io sapevo quale fosse il mio desiderio,
e i desideri sono più forti
di ogni padrone, di ogni catena,
e di ogni paura.
Mi hai afferrato costringendomi a fissare il vuoto
ricorda, hai sussurrato al mio orecchio, su questa strada hai solo due possibilità:
o la gloria o la morte.
E sei solo umana, per poter mirare alla gloria.
Ho voltato lo sguardo
affinchè tu potessi guardare i miei occhi
bruciare di speranza…
…e allora, io diventerò una leggenda.
Mi hai spinto lontano, urlando parole.
Hai capito che da quella scelta non ci sarebbe stato ritorno.
Mi conoscevi abbastanza da sapere che il mio
era un grido silenzioso di battaglia
a te, agli ingranaggi, alle vite con una scelta sola.
Sapevi che avrei combattuto con tutte le mie forze
ciò che mi andava schiacciando,
incanalando nell’unica strada che tu avevi costruito per me.
Non ce la farai è stato il tuo ultimo, patetico tentativo.
Non hai nessuna possibilità.
Se la mia via è questa, e devo morire tentando, allora così sia.
Le pareti di ferro del mio sentiero sono crollate in un istante,
e il vento mi ha avvolta con forza;
non ero più in una gola, ma in una pianura sterminata.
Sei troppo distante, non raggiungerai mai ciò che sogni.
Tutte le strade possono essere percorse, tutti i sentieri battutti e tutti mostri sconfitti.
Hai scosso la testa: è impossibile.
No, non lo è.
Niente è impossibile.
Nessuna l’ha mai fatto prima.
Per questo io sarò una leggenda.
Per la gloria?
No, per dire a tutte quelle come me che esiste una possibilità.
Che nessun padrone ha una catena abbastanza spessa da trattenerti per sempre.
Che c’è sempre una scelta.
Io costruirò la mia libertà sotto una cascata di applausi.
Non avrai niente, non conosci niente.
È per questo che so di poter riuscire,
apro le braccia e lascio che i piedi mo portino dove devono.
Abbandonerò tutto ciò che ho, poiché mi ha reso schiava.
Imparerò la libertà da capo, passo per passo,
solo così sarò libera davvero.
Non voglio più vivere di quell’imitazione di libertà che tu mi hai dato.
Ed è così che vuoi essere ricordata, come la senzacuore?
Come la senzalegge.
Nessuno poserà mai più la sua catena su di me.
Mai
più.
Io avrò sempre la possibilità di scegliere per me stessa,
costruirò un piccolo mondo a parte dove non esisteranno padroni.
E farò tremare di paura coloro che tenteranno di ammorbare questa esistenza con i loro gioghi.
Ma…
di fronte a me sarai sempre senza speranza.
Sarai sempre fragile, inutile, sottomessa.
E io ti troverò dovunque andrai.
In qualsiasi posto fuggirai, la mia ombra ti inseguirà per toglierti fiato e coraggio.
Lo so.
So che arriverà il giorno.
So che le nostre strade sono destinate a incrociarsi di nuovo.
Ma io non resterò inerme, non lo sarò mai più.
Quando ci incontreremo di nuovo io ti distruggerò, e con te manderò in frantumi tutto ciò che odio, tutto ciò che temo.
E allora non esisterà più rabbia,
e non esisterà più paura.
Credi che sia così facile?
Che basti desiderarlo?
Sì, basta sceglierlo.
Basta realizzarlo.
Io farò della tua morte uno stendardo di libertà.
Affinchè ovunque si sussurri assieme al tuo nome che io sono quella che si è conquistata la libertà passo per passo, che ha sconfitto la morte e trasformato le proprie catene in armi di liberazione.
Mi prenderò la tua testa dove tutti possano vedermi,
così che un giorno il cielo possa bruciare di fuochi accesi da chi un tempo tremava sotto le mani dei padroni.
La tua è solo malvagità, aridità del cuore.
La mia è rabbia, di chi un tempo ha creduto ed è stato fatto schiavo.
Di chi ha amato ed è stato tradito.
Di chi hai abbandonato un passo oltre la soglia della morte.
Tu non sai che significhi camminare in mezzo all’inferno.
Io invece ci sono stata, l’ho visto, me lo sono sentito sulla pelle.
Sola, in un mondo di ombra.
E l’unico modo per oltrepassare di nuovo quella porta è stato aggrapparmi alla mia rabbia,
io ripagherò le ingiustizie; è per questo che mi è stato concesso di tornare,
per venire a presentarti il conto delle tue colpe.
Quella che è tornata dall’inferno è un’altra me.
Un’ombra piena di rancore per ciò che le è stato fatto.
Una donna assetata di libertà e giustizia.
Ma ciò che io voglio costruire non è una vendetta,
è una speranza.
Perchè nessuno debba più morire così,
perchè a nessuno sia tolta la possibilità.
Perchè chiunque possa decidere per se stesso e di se stesso.
Se io riesco, sarò la prova vivente che è possibile.
Che si può tornare dall’inferno e riconquistarsi la libertà.
Che ciò che trionfa non è per forza la legge del più forte,
che non si è mai davvero soli,
che vale la pena cercare altro nei propri simili.
Che se IO non posso, invece NOI possiamo, insieme.
Che vale la pena di continuare a combattere, a sperare.
Ho scelto di diventare forte,
così da poter creare, assieme ad altri e altre,
un luogo dove essere accolti.
Così da poter cambiare le cose.
Perchè più nessuno venga condannato all’inferno,
perchè non ci sia bisogno di tutta questa sofferenza, per sopravvivere.
Per proteggere quelli che vorranno ribellarsi e cercare le proprie libertà.