Ribera, Agrigento. I carabinieri del Reparto operativo di Agrigento e del Gico della Guardia di finanza di Palermo hanno sequestrato immobili ed attivita’ imprenditoriali, per 900 mila euro ad uno dei più potenti esponenti della mafia agrigentina. Il sequestro conclusosi qualche minuto fa è a carico di Giuseppe Capizzi, 45 anni, esponente di spicco della famiglia mafiosa di Ribera, attualmente detenuto in regime di 41 bis. I beni sequestrati, sono anche riconducibili ad alcuni familiari del boss, si trovano a Ribera (Ag) dove la famiglia Capizzi esercitava la propria egemonia mafiosa e sono costituiti da un’azienda agricola, una boutique di abiti da cerimonia; sette appezzamenti di terreno, per un totale di 25 ettari, coltivati ad uva ed agrumi, e un fabbricato di civile abitazione.
Il tribunale di Agrigento ha riconosciuto che erano frutto delle attivita’ criminali di Capizzi. Una parte dei beni sono stati affidati in amministrazione controllata in attesa della successiva confisca. Una delle ultime condanne a carico di Capizzi, ricordiamo è quella per estorsione aggravata nei confronti di Giuseppe Grigoli (originario di Castelvetrano) per quanto riguarda i fatti accorsi qualche anno fa, 2003, presso il del supermercato Despar di Ribera. Secondo la pubblica accusa i Capizzi “avrebbero costretto Giuseppe Grigoli, con minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza all’associazione mafiosa Cosa Nostra, a consegnare la somma di 75 mila euro in favore della consorteria criminosa riferibile al gruppo di Giuseppe Falsone”. Secondo quel che si estrapola da alcuni atti pubblici per la Dda, Giuseppe Grigoli “è da ritenersi soggetto che ha messo a disposizione di Matteo Messina denaro le proprie risorse imprenditoriali nel campo della grande distribuzione, divenendo l’imprenditore di riferimento in tale campo della consorteria mafiosa”. Della certa affiliazione di Capizzi a Cosa Nostra, ne aveva parlato anche l’ex boss agrigentino, pentito, Maurizio Di Gati, riportiamo da Grandangolo : “Questo me lo raccontò Gerlando Messina. Per Campobello di Licata era presente Giuseppe Falsone perché era lui, poi c’era Ignazio Accursio e lo stesso (inc.) perché faceva parte del paese di Falsone Giuseppe, perché abita, se non ricordo male abita tra Campobello e Canicattì. Però è molto stretto con Falsone, poi la casa era sua ed era presente. Per Favara era presente (inc.) Vincenzo, Antonio Vaccaro. Per Ribera Giuseppe Capizzi. Per Agrigento Cesare Lombardozzi. Per Canicattì c’era Angelo Di Bella e poi c’era presente anche il Lo Giudice (inc.) di Canicattì. Per Licata, di quello che risulta a me, c’è andato Pasquale Cardella. Prima di Gerlandino Messina c’era Giuseppe Capizzi di Ribera”.
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