Ricambio generazionale

Si è sviluppato oggi un interessante dibattito, a sua volta alimentato dalle parole pronunciate ieri sera dal segretario democratico Bersani a Ballarò, sull’assenza di giovani (per così dire) tra le fila del Pd nelle trasmissioni televisive. Giovani che, a sentire lui, è una faticaccia scovare per attribuire loro tali mansioni di rappresentanza mediatica. Il tema, dicevo, è interessante e meriterebbe un’attenzione maggiore rispetto alle poche righe che sto buttando giù adesso. Mi preme osservare, però, che al momento la comunicazione politica, intesa a 360 gradi, sta attraversando un periodo di crisi, forse persino uno stato comatoso. Lo dimostra il fatto (stando alle voci più o meno plausibili di queste ore) che il premier si è visto costretto a ripiegare su Giuliano Ferrara quale spin doctor, segno inequivocabile che qualcosa nella macchina berlusconiana non ha funzionato negli ultimi tempi. Poi, ovviamente, le chiacchiere si riversano appunto sui giovani. E come fa notare Pietro, tornando al Pd, un conto è parlare di giovani, un altro è parlare esclusivamente di quei giovani, magari un po’ attempati, che svolgono ruoli specifici all’interno della segreteria. Concludo osservando che la vicenda del parlamentare del Pdl pizzicato in aula a spulciare con il proprio iPad siti dedicati all’ingaggio di escort (per il quale, nuovamente, lascio le considerazioni di merito all’ottimo Pietro) è sintomatica di una fase bislacca che sta caratterizzando il nostro paese. E cioè che in giro se ne vedranno anche pochi di giovani bravi, ma pure tutti ‘sti vecchi lasciano alquanto a desiderare…