Sapete chi ha inventato la tavola in carbonio per fare kitesurf, richiudibile in un trolley e facilmente trasportabile in aereo? Non ci crederete: è uno che vive a cento chilometri dal mare.
Si tratta di Riccardo Fumini, nato a Roma nel 1965 e residente a Terni, che nel ’99 ha iniziato a costruire tavole per chi sfida onde alte anche cinque metri, trascinato da un aquilone www.newind.net
Quando ha iniziato a realizzare le tavole, Riccardo faceva tutt’altro. Un lavoro sicuro, ma per lui – appassionato di attività manuali e di una vita adrenalinica - piuttosto monotono. Lavorava come operaio alla Acciai Speciali Terni. Si limitava ad azionare dei macchinari, nel reparto Forni, stando quasi sempre seduto.“Mi sentivo sprecato per quell’attività – racconta – Non volevo arrivare alla vecchiaia senza aver provato a cambiare. Avere un posto alla AST è un sogno di molti qui, in Umbria. Ma dopo dodici anni ero stanco. Stanco di non poter impiegare le mani e creare oggetti che mi permettessero di sognare. Volevo evadere e potevo farlo solo con la fantasia. Anche se nel mio tempo libero mi concedevo l’ebbrezza di solcare il mare di Tarquinia. Certo, un gran salto di qualità dopo aver surfato nell’85 le piccole gobbe del lago di Piediluco, secondo dopo il Trasimeno. Ma sempre poca cosa. Ogni giorno, guardando i forni, mi ripetevo che un salto avrei dovuto farlo davvero. Non volevo vivere di rimpianti. Un giorno, parecchio stufo, decisi di dimettermi. Troppo grande la passione per il mare, il vento e la voglia di libertà. Così iniziai a pensare di trasformare il mio hobby in un lavoro. Un lavoro che da cinque anni mantiene me, un figlio di nove anni e una moglie disoccupata. Le difficoltà non mancano. Alle Acciaierie avevo, sì, una vita programmata, ma potevo contare su uno stipendio fisso. Oggi devo fare i salti mortali per non deludere me e la mia famiglia. Però, sono entusiasta e non tornerei indietro. Nel mondo in tanti mi conoscono come l‘ideatore della tavola da kitesurf, che si può dividere in due e portare comodamente in aereo, evitando di versare supplementi. Ho richieste da parte di privati da States, Francia, Germania, buona parte del Nord Europa e da poco anche dal Giappone. Creo tavole personalizzate non tanto nella grafica, quanto nella misura. E spero di far conoscere sempre più il mio prodotto in carbonio, che ha proprietà superiori rispetto al legno, tanto diffuso. Dura anche di più”.
Riccardo non si limita a costruire tavole. Continua a sfidare onde altissime, che, in qualche caso raggiungono i dieci metri. L’anno scorso ha partecipato ad una gara di kitesurf a Dubai, piazzandosi al primo posto. E’ arrivato terzo ad un campionato italiano nel 2010.
Nessuna paura? “Un po’ – risponde – I rischi ci sono anche andando in bici. Amo divertirmi così. C’è chi adora scalare le montagne, chi raccogliere lumache, chi passeggiare. Non ho nessuna voglia di farmi male. Sono sempre prudente. Rispetto la mia vita e il mare. Che vuole farci? E’ la passione. Neanche quella volta in cui stavo annegando ho deciso di smettere. Ero a Pescia Romana, vicino Moltalto di Castro. Ebbi un impatto fortissimo con l’acqua. Persi i sensi e i polmoni si riempirono di acqua. I miei amici non si accorsero di niente e continuarono a surfare. Non so come abbia fatto a salvarmi. Ma ce l’ho fatta. Conta solo questo. Non riesco a smettere.e non ho mai smesso di amare questo sport. La bellezza che dà il farsi trasportare da un aquilone sulla cresta dell’onda non me la dà nessun altro sport. Non cerco il rischio a tutti i costi. Voglio solo divertirmi”
Ma dove si allena? “Faccio esercizi – afferma – a secco, in un centro a Terni. Cioè, senza acqua. Il lago mi sta troppo stretto. Ma sogno già la prossima gara “.
Cinzia Ficco