Pico, un soprannome sinomino di fotografia: la storia di Riccione diventa immagine in una mostra fotografica all’aperto ai bagni 63 di Riccione.
Più di 60 anni della Perla Verde raccontati dall’obiettivo di Epimaco Zangheri.
Attraverso il suo obiettivo, da una sessantina di anni, continua a raccontare la storia di Riccione, eventi, fatti e personaggi, che nel tempo hanno imbastito un prezioso “puzzle” fotografico. Epimaco Zangheri, meglio conosciuto come Pico, il primo febbraio ha compiuto ottant’anni e nonostante l’età, di appendere al chiodo la sua inseparabile macchina fotografica non ne vuol sapere.
Con discrezione e professionalità immortala personaggi, cerimonie e scorci della sua Riccione che ha sempre amato, quanto la sua professione. Pico comincia a lavorare da ragazzino come apprendista. Nel dopoguerra viene assunto come “scattino” nello stesso negozio di Alfredo Ricci, finché nel 1974 ne acquista la licenza e si mette in proprio. Nel frattempo ha già collezionato decine di migliaia di scatti esclusivi tra spiaggia, eventi e locali notturni. Attraverso il suo obiettivo sono passati i volti più noti del jet set. Personaggi illustri che nel periodo della Belle époque riccionese affollavano i locali modaioli, come il Savioli e il Florida. Nell’archivio ordinato dal figlio Gianni che lo affianca nel lavoro, sono documentate le memorabili serate con Totò, la Lollo, la Carrà, Mina, Sordi, Fiorello, Zero, Celentano e Morandi, solo per citarne alcuni. Poi i politici a partire dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, illustri sportivi, come Pelé e Rivera. Tra i click dei quali va più orgoglioso ci sono anche quelli di Giovanni Paolo II, e tanti uomini di fede come il cardinale Ersilio Tonini e don Oreste Benzi. Materiale prezioso, in parte riportato in diversi suoi cataloghi e mostre come I Cavalieri del vento e Riccione – Woodstock con Red Ronnie, la scorsa estate a Villa Mussolini. Una vita intensa quella di Pico, sostenuta dalla sua granitica famiglia, la moglie Augusta Galli, sposata nel 1956 a San Lorenzo davanti al parroco don Giovanni Montali, i tre figli, Gianni, Riccardo e Maria Teresa, e i nipoti, Lorenzo, Filippo, Cecilia e Camilla.