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Riccione in veste Liberty

Creato il 29 gennaio 2011 da Geometriefluideblog
Riccione in veste Liberty
Sin dalla fine dell’Ottocento i villini d’epoca caratterizzano il tessuto urbano di Riccione, tracciandone di riflesso la sua storia.
Il vecchio borgo marinaro, che ha il suo fulcro in quel tratto della Flaminia rinominato Corso Fratelli Cervi, si espande in fretta sino alle dune, lambite dal mare. Tant’è che nel 1905 vengono censite duecento ville. Un patrimonio edilizio che trova la forza di propulsione nelle facoltose famiglie del Centro-Nord, attratte dalla gradevolezza della ridente località balneare, dal suo clima salubre e dalla sua atmosfera vivace, allegra e ospitale. Un processo che, escluse le parentesi dei tristi eventi bellici, prosegue nei decenni, registrando un ulteriore sviluppo negli anni Venti e Trenta. Periodo in cui il Duce con la sua famiglia trascorre le vacanze a Riccione.
Avere una residenza estiva a pochi passi da quella di Donna Rachele Guidi e di Benito Mussolini, diventa appannaggio di gerarchi, imprenditori e professionisti. Riccione si arricchisce così di un considerevole patrimonio urbanistico, in buona parte cancellato nel tempo da quel processo d’innovazione che tuttora lo mette a repentaglio. Sono centinaia i villini demoliti nel dopoguerra per lasciare spazio a pensioni e alberghi che hanno segnato il boom del turismo popolare.
In questo contesto s’inserisce la storia di Villa Antolini sulla quale il giovane autore Andrea Speziali ha svolto una certosina e meticolosa ricerca, che guida il lettore negli ambienti di quel "monumento" in stile Liberty, a Riccione davvero raro. Nel libro Una stagione del Liberty a Riccione , edito da Maggioli, viene pubblicato l'interessante lavoro di Andrea Speziali, del quale Geometrie Fluide riporta una recensione.
Tra dettagli architettonici, interni ed esterni, attraverso una serie di rare immagini e una puntuale descrizione, turisti e residenti potranno così visitare idealmente le stanze di quel simbolo della Bella époque riccionese che resiste all’evoluzione urbanistica della città.
Al nostro autore va dato merito di questo studio e soprattutto di aver scoperto che a firmare il progetto del fabbricato, autentico "gioiellino" incastonato tra il boulevard del Lungomare della Repubblica e Viale Milano, è stato Mario Mirko Vucetich, illustre architetto, nonché scrittore, scenografo e scultore di origine dalmata che operò soprattutto tra Friuli, Veneto, Emilia - Romagna e Lazio.
Una scoperta di notevole rilevanza, destinata a traghettare il nome di Riccione oltre i confini nazionali. Questa pubblicazione, attraverso la parte monografica, dedicata al futurista che ebbe contatti con Carlo Emilio Gadda, diventa così occasione anche per conoscere e rivalutare il poliedrico artista, nel tempo abbandonato.

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