Ieri a Milano, in occasione del Bookcity Milano 2015, sono stati presentati i risultati di una ricerca italiana che ha indagato i livelli di felicità dei lettori e dei non lettori. Impossibile farlo? Seppur difficoltoso, l'utilizzo di specifici strumenti di ricerca permette di comprendere non solo i fatti numericamente misurabili, ma anche ciò che non è fatto di cifre, ma di sensazioni. Tecniche a parte, i risultati ottenuti confermano ciò che ogni lettore già sa: chi legge tende a provare sensazioni positive, ad essere più soddisfatto del proprio tempo libero, ad essere maggiormente propositivo rispetto ai non lettori. Una ricerca tutt'altro che inutile, questa, poiché prova agli scettici l'importanza che ha nella vita delle persone la lettura. L'auspicio è che, alla luce di questi dati, aumenti la sensibilità su questo argomento, anche nelle scuole. Ancora oggi si fatica a cedere il passo al piacere rispetto al sapere. Non c'è nulla di male, io credo, se la lettura oltrepassa la didattica. Anche a scuola. Se io, studente, apprezzo i libri, e sento che sono importanti, sarò poi motivato a studiare meglio chi li ha scritti. Piacere e sapere: un binomio possibile.