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Ricetta della Felicità

Creato il 23 gennaio 2012 da Robydick
Ricetta della Felicità
visto cosa c'è scritto nell'immagine?
minchiate, cazzate... puttanate.
ho tutt'altro parere e se dovessi scegliere un valore allora scelgo solo questo: Verità. secchi, autobotti, transatlantici di Verità ci servono.
non ho la forza di scrivere un testo più fantasioso, come mi piacerebbe, ma voglio ugualmente fissare in questo mio Diario una riflessione banale, per ricordarmela in futuro e poi è anche una piccola lettera che vorrei lasciare ai miei eredi diretti.
vivo pesantemente da parecchi mesi, ci sono delle situazioni della mia vita che mi permettono di rado di poter ridere spensieratamente per il semplice motivo che ho sempre, fissi in testa, pensieri di brutte storie che devo risolvere. siamo sempre in balia di qualcosa, non tutto dipende da noi.
eppure questo inizio d'anno mi ha portato nuove amicizie, anche se qualcuna per ora solo virtuale, che non avrei mai nemmeno immaginato. me le ha procurate il fato, ma non è proprio vero dire ciò, nel senso che sono state procurate dal mio impegno costante nel blog delle recensioni, che di per sé è solo un semplice blog, però comincia a procurarmi appunto delle splendide conoscenze. inoltre sempre più numerosi sono gli amici con cui realizzo in quel blog la pubblicazione di articoli che lo rendono variegato e "polifonico", e tutto questo senza un piano, o un progetto che prevedesse questo, al punto che lavoro più al loro servizio che per scrivere i miei stessi articoli e questa estroversione la trovo molto appagante. mi sta insegnando molto questa esperienza, anche alla mia semi-tarda età c'è sempre da imparare se si vuole. è questo un embrione di ciò che intendo per Felicità, una parolona eh!, più terra-terra è ciò che si può intendere per Soddisfazione, o anche Appagamento, ma non mi viene un termine corretto, basta che ci capiamo insomma. mi appaga molto l'aver trovato un equilibrio dove il risultato che più conta non è frutto di una competizione ma di una collaborazione partecipata. le stesse persone che collaborano trovo che hanno questo tipo di spirito e penso che non è un caso se lo fanno.
tutto sta a capire in cosa si è bravi, a farlo con impegno e se è qualcosa di onesto che procura piacere, e se lo procura anche ad altri (altrettanto, se non più bravi) con cui condividerlo, allora "è cosa buona e giusta" e non serve alcun dio per capirlo. per bravi intendo: capaci di fare e proporre qualcosa che può essere interessante, in qualsiasi ambito. non serve emergere e nemmeno essere a tutti i costi originali o peggio unici. basta essere sé stessi? è un'altra locuzione ad minchiam, come quelle dell'immagine. una cosa serve, quella sì: il riscontro, perché completamente soli è impossibile capire quel che si fa, gli altri sono uno specchio fondamentale.
Dice il saggio:
Foraggiati dei complimenti,Ignora le offese,Cresci con le critiche, e...Agisci.
e pazienza se gli acronimi che saltan fuori poi portano sempre là...
Robydixit

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