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Ricetta estiva: Insalatona Ebrea-Russa-Americana-Francese-Greca

Creato il 22 luglio 2011 da Eneadiomede

Jules Dassin, il cui vero è nome Julius Dassin, proveniente da una numerosa famiglia ebrea di origini russe, nacque in una piccola città del Connecticut, dove suo padre faceva il barbiere. La sua famiglia si trasferì a New York, nel Bronx, dove Dassin frequentò le scuole superiori. Qui Dassin cominciò la sua attività artistica come attore nel teatro yiddish, che era diffusissimo e popolare nella New York della prima metà del '900. Di idee comuniste, fece parte della compagnia ARTEF, teatro proletario in yiddish, dove scoprì di avere più talento come regista che come attore. Verso la metà degli anni trenta cominciò anche a scrivere adattamenti di opere teatrali per la radio.

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All’inizio degli anni '40 si trasferì ad Hollywood per cercare di entrare nell’industria cinematografica. Qui fu aiuto regista di Alfred Hitchcock sul set di Mr. And Mrs. Smith (1941). Successivamente, lo stesso anno, girò il suo primo film per la MGM: Il cuore rivelatore, tratto dal racconto dell’orrore di Edgar Allan Poe. Da quel momento, lavorando per le principali majors di Hollywood, girò diversi film, sia noir come Nazi Agent (1942) o La grande fiamma (Reunion in France, 1942) sia commedie come The affairs of Martha (1942) o Lo spettro di Canterville (The Canterville Ghost, 1944). Il successo del dramma carcerario Forza bruta (Brute Force, 1947) e soprattutto del noir La città nuda (Naked City, 1948) contribuirono però a lanciarlo come un autore importante. Si trattava di due film caratterizzati da una forte attenzione per il duro realismo delle situazioni e delle location: le scene in esterni di Città Nuda furono girate dal vero per le strade di New York, al contrario di quello che accadeva di solito nel cinema anni '40, per questo si parlò di un’influenza del neorealismo italiano sul regista.

La carriera di Dassin sembrava ben avviata, ma negli Stati Uniti il senatore Joseph McCarthy aveva scatenato quella che poi sarà battezzata «caccia alle streghe», nel tentativo di epurare i simpatizzanti comunisti dal mondo del cinema. Sottoposto a un’infamante inchiesta, nel 1950, il regista Edward Dmytryk cercò di scagionarsi facendo i nomi di diversi simpatizzanti comunisti, fra i quali vi era anche Jules Dassin. Dassin non negò mai di essere stato negli anni '30 un sostenitore del Partito Comunista, ma aveva abbandonato la militanza fin dai tempi degli accordi fra Stalin e Hitler che portarono alla spartizione della Polonia. Il produttore Darryl Zanuck della Fox, presentendo che la carriera di Dassin sarebbe stata rovinata, lo spedì a Londra assegnandoli da girare la sceneggiatura di I trafficanti della notte (Night and the City, 1950) e consigliando al regista di girare prima tutte le scene più costose, in modo che poi la casa produttrice fosse costretta a fargli terminare il film. I trafficanti della notte, che aveva per protagonisti due importanti attori come Richard Widmark e Gene Tierney, narra le vicende di un piccolo delinquente che cerca di farsi strada nel mondo degli incontri di lotta. La pellicola, dura e angosciosa, priva di caratteri con i quali il pubblico potesse provare una vera complicità, non ebbe successo, ma fu riscoperta negli anni sessanta, specialmente per merito della Nouvelle Vague, ed è attualmente considerata una dei capolavori di Dassin. Non potendo tornare negli Stati Uniti si stabilì con la famiglia in Francia. Intanto il governo americano aveva minacciato i produttori europei di praticare un embargo sui film prodotti in Europa ai quali avessero lavorato personaggi compresi nella cosiddetta lista nera di Hollywood. Dassin rimase perciò disoccupato per lungo tempo e si ridusse in ristrettezze economiche.

Nel 1955 la situazione politica tornò a migliorare, grazie anche al tramonto della carriera politica del senatore McCarthy, finalmente Dassin poté scrivere e dirigere un film in Francia. Si trattava del noir Rififi (Du rififi chez les hommes, 1955),

una storia che descrive passo per passo la preparazione e l’esecuzione di una clamorosa rapina da parte di una banda di professionisti e che divenne per decenni il modello per ogni tipo di film di questo genere, da Colpo grosso (Ocean’s Eleven, 1960) di Lewis Milestone a Rapina a mano armata (The Killing, 1956) di Stanley Kubrick. In Italia, la famosa commedia I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, ne rappresentava una parodia in modo abbastanza evidente agli occhi del pubblico di quegli anni. Rififi, nel quale Dassin si ritagliò anche un ruolo come attore, fu uno strepitoso successo di critica e box-office in Francia e all’estero. François Truffaut lo considerava il miglior noir mai girato. Dassin vinse un premio per la miglior regia al Festival di Cannes e la sua carriera registica riprese quota.

A Cannes, Dassin conobbe l’attrice greca Melina Mercouri

 

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con la quale cominciò subito un’appassionata relazione. I due si sposarono nel 1966, dopo che Dassin ottenne il divorzio dalla sua prima moglie. Dassin diresse Melina Mercouri in diversi film, fra i quali Colui che deve morire (1957) un rifacimento della storia di Cristo ambientata nella Grecia occupata dai Turchi e La legge (1958), una coproduzione italo-francese con Marcello Mastroianni e Gina Lollobrigida. Ma il successo più grande della coppia fu la commedia Mai di domenica (Pote tin Kyriaki, 1960)

 

nella quale la Mercouri interpretava la parte di una prostituta dal cuore d’oro in coppia con lo stesso Dassin, nel ruolo di uno studioso americano che si innamora di lei. Anche questo film fu un successo internazionale tanto che Dassin ottenne due nomination all’Oscar per la sceneggiatura e la regia.

Dopo il matrimonio con Melina Mercouri, Dassin si trasferì stabilmente in Grecia,

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continuando a fare film fino al 1980. Sua moglie, che proveniva da una famiglia con forti tradizioni politiche, lasciò la recitazione nel 1974 per dedicarsi alla politica con il PASOK, il partito socialista greco. Nel 1981 la Mercouri divenne ministro della cultura per il governo greco e si dedicò fino alla morte al progetto di recupero dei marmi del Partenone che si trovano  esposti al British Museum. Qui la storia dei marmi.   Alla sua morte, nel 1994, Dassin creò la Fondazione Melina Mercouri, un’istituzione dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale in merito a questo problema.

Dal precedente matrimonio con la musicista Beatrice Launer, Jules Dassin aveva avuto tre figli, fra i quali Joe Dassin 

  

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  Intraprende la carriera scolastica prima a New York e poi a Los Angeles. Dopo aver studiato alla Scuola Internazionale di Ginevra, Joe Dassin torna in America per frequentare l'università. Terminata, torna di nuovo  in Francia e, mentre lavora ad una stazione radio, una casa di registrazione lo convince a registrare le sue canzoni. Dal 1970 le sue canzoni hanno raggiunto la vetta delle classifiche europee, diventando molto conosciute e cantate in Francia,Stati Uniti, URSS e grazie alla sua qualità di poliglotta, ha registrato canzoni in tedesco, spagnolo, italiano e greco oltre che francese e inglese.

Dassin sposa Maryse Massiéra il 18 Gennaio 1966, a Parigi. Dal loro matrimonio nascerà Joshua, che scomparirà prematuramente nel Settembre 1973, pochi giorni dopo la sua nascita ed il conseguente divorzio. Nel gennaio del 1978 sposa Christine Delvaux,dalla quale avrà due figli, Jonathan (14 Settembre, 1978) e Julien (22 Marzo, 1980). Christine è deceduta nel 1995.Nel 1979, Joe Dassin va in scena all'Olimpia per l'ultima volta. Nel mese di dicembre, subisce un intervento chirurgico al cuore ed un'ulcera allo stomaco; indebolito cancella tutti i suoi tour. Nel marzo del 1980, nonostante la recente nascita del figlio Julien, la coppia divorzia. Nei mesi che seguiranno, Joe Dassin subisce due infarti, a Parigi e Los Angeles. L'11 luglio da una serata di gala a Cannes, poi lascia la Francia per trovare riposo nella sua casa a Tahiti con suo figlio, sua madre e alcuni amici. Morirà per un attacco di cuore Mercoledì 20 agosto 1980 ad un pranzo in un ristorante di Papeete. Il suo corpo è sepolto nell'Hollywood Forever Cemetery a Hollywood.


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