Io frequento moltissimo i milionari. Mi sono molto simpatici. Mi piacciono i loro visi; mi piace il loro sistema di vita; mi piacciono perfino le cose che mangiano. Mi piace specialmente il loro modo di vestirsi; i loro calzoni a scacchettini bianchi e neri, i loro panciotti bianchi, le loro pesanti catene d’oro e l’anello con le iniziali che serve per firmare gli assegni. Come sono belli! Prendetene sei e metteteli a sedere insieme, in un circolo: avete mai visto uno spettacolo più interessante? Se hanno addosso il più piccolo granellino di polvere, c’è subito un tipo che viene a spazzolarli. Non solo, lo fa con entusiasmo. Perfino io li spazzolerei volentieri. Più ancora delle cose che mangiano, mi piace la loro prontezza di ingegno. E’ semplicemente meravigliosa. Guardateli leggere per esempio. Non fanno che leggere, questi milionari. Entrate in un circolo, a qualsiasi ora, e ne troverete almeno quattro immersi nella lettura. E non parliamo di quello che sono capaci di leggere! Un uomo che ha sgobbato in ufficio dalle 11 alle 3, con un miserabile intervallo di una ora e mezzo per colazione, dovrebbe essere abbattutissimo alla sera. Niente affatto. I milionari sono capaci di starsene seduti dopo l’ufficio a leggere “Lo spettacolo”, la “Gazzetta della polizia” e il “Giornaletto rosa”, e perfino di capire le battute spiritose. Ma sapete quello che mi piace più di tutto? Aggirarmi tra loro, quando sono in circolo, e sorprendere qualche frase della conversazione. L’altro giorno ne vidi uno sporgersi dalla poltrona. “ Gli ho offerto un milione e mezzo”, diceva a un altro; “ non un centesimo di più; prendere o lasciare…” Non so come resistetti all’impulso di interromperlo: “Che!”, avrei voluto gridare, “un milione e mezzo? Ripetetelo, vi prego! Offritelo a me, da lasciare o da prendere. Oppure facciamo un milione tondo e non se ne parli più”. Non già che i milionari non badino al denaro. Nossignori, no. Non si curano gran che delle somme grosse, centomila dollari tutti in una volta, per esempio. Ma le piccole somme! Non vi figurate quanto si preoccupino per un centesimo, mezzo centesimo, o anche meno. Ieri sera, per esempio, due di essi vennero al circolo fuori di sé dalla gioia, l’avena era salita, pare, e avevano guadagnato 4 centesimi in meno di mezz’ora. E per festeggiare questo guadagno ordinarono un pranzo per sedici. Non ci capisco niente. Io ho guadagnato spesso più del doppio, scrivendo per i giornali, e non me ne sono vantato mai. Un’altra sera udii un milionario dire a un altro: “Senti, chiamiamo New York e offriamogli un quarto di centesimo”. Cielo! Immaginate uno che sopporti la spesa di chiamare al telefono sette milioni circa di persone, tutta New York, insomma, verso le dieci di sera, per offrir loro un quarto di centesimo! Ebbene, credete forse che New York sia andata su tutte le furie? Neanche per sogno: ha accettato. Si tratta naturalmente di alta finanza ed io non pretendo di capirci nulla. Dopo questo, tentai di chiamare Chicago e di offrirgli un dollaro, e la telefonista mi brontolò qualche cosa: “è matto”. Tutto questo prova, però, che le abitudini dei milionari non hanno segreti per me. Li ho studiati per anni. Ho pensato che così avrei potuto aiutare, coi miei consigli, i giovanotti che hanno appena cominciato a lavorare e sono stufi. Di una cosa sono certo. Se un giovanotto vuole diventare milionario, deve preoccuparsi moltissimo della sua dieta e del suo regime di vita. Questo, lo so, potrà sembrare duro. Ma il successo si ottiene solo soffrendo. E’ inutile che un giovanotto che spera di arrivare a un milione, creda di potersi alzare alle sette e mezzo, far colazione con uova e tè, bere acqua fresca a pranzo e andare a letto alle 10. No, questo è impossibile. Ho avvicinato troppi milionari per crederlo possibile.

-Stephen Leaocock, novella-
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OLTRETORRENTE
Oltretorrente generoso, forte
di figli che la via dei monti seppero
non quelli di una sorte
vile.
Oltretorrente, eterna roccaforte
opposta alla tirannide servile,
Oltretorrente delle barricate
di vita o morte:
batte la libertà dietro le porte.
-Rino Ferrari-