Magazine Cucina
Allora il tocco di bollito (talvolta di arrosto) si tritava e unito ad altro, si riclava... magari erano i pezzetti meno appetitosi.
Questa ricetta non ha dosi, va di occhio e di polso. Siate intuitivi.
Vi passo il ricordo, che io non ho bollito da riciclare in questi giorni, ma ho trovato il foglietto con gli appunti e la foto della zia Maria.
Lei era nata negli anni 80, dell'800.
Qui trovate una storiella su di lei (e sulla pasta fagioli, di cui parlerò in altra occasione, ma sarebbe il periodo giusto per mangiare la pasta e fagioli con i fagioli freschi...).
Eccola in una foto del 1913 circa (visto che ha mio zio Cesco in braccio), lei ha circa 35 anni...
Ve la riporto da quello che mi ricordo di lei, parole dette (poi riprovate altre volte, dopo) e i suoi gesti.
Piccola, gobba, con un braccio bloccato ad angolo retto, si ricordava la contraerea della Prima Guerra Mondiale, dal conoscere un garibaldino arrivò a vedere la legge del divorzio e dell'aborto con una tranquillità indifferente e un po' di curiosità. Le piaceva, alla televisione, guardare la boxe, mentre i violini di Vivaldi le "grattavano la pancia" dando un po' di fastidio.
Qua ha 103 anni, un anno prima di morire, in ospizio, ancora molto lucida (con una ben più giovane vicina).
Questo era un piatto da casa, ma anche da osteria e questo tipo di polpette lo trovate amnche dalla "vedova", in realtà dal figlio della vedova (la figlia c'è sempre meno, troppo intelettuale per stare tra il vino), che in realtà si chiama "Alla Ca' D'Oro" a Venzia la vedete se scendete dal vaporetto della Ca' D'oro appunto (e chiude sempre ai festivi, ormai), il sapore delle polpette è simile, ma la forma no, che quelle dell'osteria che dico sono tonde e un poco piatte. Alla Vedova (donna dagli occhi chiarisismi e vaghi come solo certi veneziani da generazioni sanno avere) andava sempre Hugo Pratt, e anche la Mariolina (la Venxiana Stevenson) che ora ha un bel negozio d'abiti originali vicino San Cassiano, in una calletta...
Divago.
Torno alle polpette, con la zia Maria (sorella della mia nonna paterna), curva sul tavolo di cucina a impastare.
E ve le dico.
Ma attenzione: se non avete il tritacarne (che ricordo bene con la sua grossa spirale avvolgente all'interno e la manovella col capo in legno), dovrete trovare qualche soluzione, tritare a mano non è facile, ma certo avrete qualche robottino da cucina, che io non ho e odio, ma verrà il giorno in cui cederò...
POLPETTE RICICLATE (venete)
INGREDIENTI (le dosi fatevele voi)
• Bollito di manzo (quel che vi resta)
• Salame nostrano veneto (importante, è di quello a grana grossa, ma non eccessivo nel grasso, pepe, e HA L'AGLIO, sennò dovete aggiungere questo ingrediente). Dosi? mah... sarà la metà della carne...
• Pane secco o grattugiato OPPURE e anche meglio Patate lesse. A occhio, senza paura, ma nemmeno esagerando, o diventano crocchette di patate.
• prezzemolo (tritatelo) abbondante
• uovo 1, o più se la carne è tanta
• Pane grattugiato per panatura
PROCEDIMENTO
Tritate carne e salame insieme, mescolate bene, impastate con cura unendo le patate (o il pane appena inumidito, l'uovo battuto, il prezzemolo tritato. Sistemate di sale e pepe, ma dovrebbe già essere a posto.
Fatene delle polpette lunghe come un dito medio e più grossette, dei cilindretti che passerete nel pan grattto e poi friggerete in padella con olio ben caldo (si può farne la versione a immersione o rosolata), scolare bene (la carta del pane è la migliore) e mangiare calde, tiepide o anche fredde.
Contorni consigliati: melanzane al funghetto, patate in tecia, insalata... o anche niente... per melanzane e patate vi racconterò un'altra volta. E domani andiamo a votare sì sì sì sì.
eccovi squarci dell'osteria... magari una volta ci si incrocia là... :)
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