Sostanzialmente siamo dei ricevitori creativi. Lo sostiene il mio amico Paolo (di Brescia ma zeneise di nascita e carattere).
La musica, ad esempio. Non siamo noi a comporla, ma è lei che ci tocca. Anzi, come una corrente, ci attraversa e noi, diventati antenne, captiamo e ritrasmettiamo il segnale. Lo facciamo nostro per gli altri.
Credo che lo stesso accada anche con le parole. Sono nell’aria – talvolta anche troppe… – e ci piovono addosso. Noi le raccogliamo e, sovente, le mettiamo su carta.
Accade. Magari non questa volta. Ma accade. [R.S.]
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