Chiamatelo come vi pare, ma Richard Hamilton (1922–2011 è stato di fatto tutte queste cose, e molto di più. Se siete in dubbio (come lo ero io) andate a vedere l’interessantissima retrospettiva che Tate Modern gli ha dedicato e cambierete idea.
Just what is it that makes today's homes so different, so appealing? (1956)
Nato a Londra nel 1922, Hamilton è stato un curioso della vita fino alla fine, avvenuta nel 2011 a 89 anni. Una carriera la sua, durata sessant'anni durante la quale si è dedicato a pittura, collage, scultura, stampa di tessuti, installazioni (e via di seguito) e che lo ha definitivamente collocate nell’Olimpo dei grandi del XX secolo. Inutile dire che le sue opera del periodo Pop Art sono quelle che mi sono piaciute di più come il meraviglioso collage del 1956 Just what is it that makes today's homes so different, so appealing? è ampiamente riconosciuto come uno dei primi pezzi della Pop Art che incorpora pubblicità ritagliata da giornali e riviste popolari
"Sexy", "usa e getta", "transitoria", "sacrificabile", "giovane", "spiritosa": questi sono solo alcuni degli aggettivi che Hamilton ha utilizzato per definire la sua arte. Un’arte che gioca con il consumismo e la produzione di massa che tanta parte ha nella Pop art di Warhol & C.
The Citizen, Tate. 1988-90
Ma una cosa nuova (o almeno nuova per me) sono le sue opera di stampo politico come il potente trittico fotografico ispirato alla difficile situazione politica nell'Irlanda del Nord. The Citizen, The Subject, The State rappresentanti rispettivamente un prigionero politico detenuto a Maze Prison, un orangista e un soldato: tre personaggi che seppure in modi diversi, sono tutti prigioniere delle loro scelte, delle loro idee. O che dire di un Tony Blair vestito da cow boy – novello John Wayne alla conquista di cosa poi non si sa...Davvero questa mostra è stata un rivelazione. E per questo "provocatoria" è un altro temine che aggiungerei agli aggettivi normalmente usati per definire l'arte di Richard Hamilton. Andate a vederla questa mostra e giudicate da soli.
fino al 26 Maggio
Tate Modern
www.tate.org.uk/