
Proprio da una proposta di alcuni cittadini sangiorgesi, i quali si sono anche offerti, in maniera del tutto spontanea, di contribuire economicamente per realizzare ulteriori analisi e approfondimenti, è nata una istanza di richiesta di chiarimenti sulla qualità dell’acqua che scorre nei rubinetti della città, con riferimento specifico alla presenza o meno di TETRACLOROETILENE.
Questa richiesta di informazioni da parte dei cittadini nasce da un fax inviato il 18 febbraio scorso dalla ALTOCALORE SERVIZI ai comuni serviti dalla propria rete, compreso San Giorgio, in cui si fa riferimento al fermo impianti di Chiusa e S. Eustachio di Montoro Superiore per presenza di TETRACLOROETILENE, cosa che avrebbe portato disservizi all’approvvigionamento idrico.
Il Tetracloroetilene è un composto ad elevata tossicità derivante dalle lavorazioni conciare e fino al 21 gennaio ne è stata riscontrata dall’ARPAC la presenza in maniera di molto eccedente i limiti nell’acqua di rubinetto di Solofra e soprattutto tale altissima concentrazione è stata rilevata nonostante fosse stata effettuata una deviazione che consentisse l’approvvigionamento idrico dalle sorgenti di Cassano Irpino. Inoltre, la presenza di Tetracloroetilene nelle acque del pozzo di Chiusa (il numero 29 e il numero 30) non è notizia recente, l’Arpac lo aveva già certificato nel 2007 e di ciò si può prendere visione grazie allo Studio svolto dall’Autorità di bacino del Sarno nell’ambito del "Progetto Integrato Parco Regionale dei Monti Picentini". A pagina 41, infatti, c’è scritto chiaramente: «Per quanto riguarda i parametri addizionali, non sono stati riscontrati valori superiori ai limiti di legge, ad esclusione del valore del Tetracloroetilene (pari a 3 μg/l) misurato nella prima tornata di misure nelle acque del pozzo Chiusa (Montoro Superiore)», una quantità spropositata rispetto ai parametri imposti dalla legge.

