Richiesta la pena di morte per Ariel Castro

Creato il 11 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Pena di morte, è questo che il procuratore Timothy McGinty cercherà di ottenere nei confronti di Ariel Castro.

Ariel Castro, il mostro di Cleveland

Al mostro di Cleveland sono stati per ora imputati 7 reati: 4 di rapimento e 3 di stupro. Castro avrebbe inoltre provocato più aborti alle sue prigioniere mal nutrendole e picchiandole; se questi episodi saranno provati per la legge si tratterà di omicidio aggravato e l’accusa potrà richiedere la pena di morte per l’imputato.

La cauzione richiesta dal giudice per il rilascio di Castro è di 8 milioni di dollari, una cifra impossibile per l’ex autista di autobus.

Castro aveva perso il lavoro dopo aver chiamato una ragazzina “cagna” e averla lasciata sola sul pullman. A quanto pare questo non era stato il primo episodio in cui Castro abbandonava un minore sul mezzo, ma si era verificato in precedenza il caso in cui aveva abbandonato sul bus un bambino per andare a prendere del cibo ad un fast-food.

Dal passato dell’uomo emerge già una storia di violenza: l’ex moglie, deceduta l’anno scorso appena 48enne in circostanze non ancora note, l’aveva denunciato nel 1993 e nel 2004 per violenze domestiche. Secondo quanto emerso finora la donna avrebbe subito la frattura del  naso, per ben due volte, e  di diverse altre ossa oltre alle frequenti minacce di morte.

La Ricostruzione-  10 anni, questo il tempo in cui Castro ha tenuto prigioniere Amanda Barry, Gina DeJesus e Michelle Knight, sottoponendole a continue sevizie e abusi.
Ancora non si conoscono i dettagli degli orrori avvenuti al  2207 di Seymour Ave, ma da quanto è trapelato sembra che la polizia abbia trovato una vera e propria prigione di tortura.

Per il primo anno le tre ragazze sono state tenute nel seminterrato, in seguito Castro le avrebbe trasferite al piano superiore in stanze separate.
Le uscite, molto rare, si limitavano al giardino e le donne venivano precedentemente camuffate con occhiali e parrucche.
L’aguzzino simulava anche delle “prove di fuga” lasciando credere alle 3 donne di avere una possibilità per scappare, ma se queste cadevano nella trappola, l’uomo le picchiava violentemente e le obbligava a severe punizioni.

Anche il giorno della fuga Amanda ha temuto fosse soltanto una trappola, ma ha sfruttato il momento propizio (Castro era andato  a comprare del cibo al fast-food) e trovando la porta d’uscita sbarrata ha iniziato a chiedere aiuto. Le urla della donna hanno richiamato l’attenzione del vicino di casa di Castro, Charles Ramsey, che ha sfondato  a calci la porta permettendo ad Amanda di uscire. La ragazza ha immediatamente chiamato la polizia raccontando di essere Amanda Barry e di essere stata rinchiusa per 10 anni insieme ad altre due ragazze; Gina e Michelle hanno invece aspettato l’arrivo della polizia nelle loro stanze per paura che l’orco potesse arrivare prima delle autorità.

Nel giorno degli anniversari dei rapimenti Castro festeggiava con tanto di cena e torta.

Durante la prigionia sembra che le ragazze siano rimaste diverse volte incinta, ma Castro procurava gli aborti picchiandole sul ventre o lasciandole senza cibo. Solo Amanda portò la sua gravidanza a termine partorendo sua figlia Jocelyn in una piscina gonfiabile.

Castro venne avvistato diverse volte in compagnia di Jocelyn, con la quale andava anche a visitare sua madre, che la bambina chiamava “nonna”. A chi faceva domande l’uomo giustificava dicendo che era la figlia della sua nuova fidanzata.

Tutte e tre le ragazze sono state rapite accettando l’invito di Castro ad un passaggio in auto, l’uomo ha anche incolpato le ragazze dicendo “hanno accettato di salire sulla mia macchina”.
Il mostro forse conosceva Amanda e Gina prima ancora di rapirle, la prima aveva lavorato allo stesso McDonald in cui aveva lavorato il figlio di Castro, la seconda era stata compagna di scuola della figlia dell’uomo.

Una quarta ragazza Dai racconti delle tre ragazze sembra che per un periodo fosse stata presente nella casa un altra donna; l’FBI ha riaperto le indagini sulla scomparsa di Ashley Summers sparita nel luglio del 2007 e avvistata per l’ultima volta nel quartiere dove abitava Castro.

Le polemiche Dalle dichiarazioni dei vicini sembra che i siano state diverse segnalazioni nel corso degli anni: nel 2011 una ragazza vede nel cortile della casa di Castro “una donna nuda camminare a quattro zampe”, ma la polizia non intervenne pensando si trattasse di uno scherzo. La stessa scena, ma con tre donne tenute al guinzaglio, si sarebbe poi ripetuta. Diverse segnalazioni di urla e strani rumori vennero risolte con un giro di pattuglia nei dintorni della casa di Ariel Castro.

Questa vicenda è comunque destinata a fare ancora scalpore, vista anche la richiesta della pena di morte per l’imputato.

Articolo di Olga Anna Furchì.


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