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Richmond 2015: pian piano si comincia

Creato il 18 agosto 2015 da Manuel
Nel Giro di Spagna, ormai vicino, vi sarà la rivincita ciclistica post-Tour (a parte Contador) dei migliori del gruppo. Ricordando che Richmond 2015 non è poi così lontana. Richmond 2015: pian piano si cominciaChissà se tra gli appassionati di ciclismo il nome di Sofia Bertazzolo ricorda qualcosa. Perché è da questa ragazza vicentina, quest’anno maggiorenne, che l’Italia riparte in vista della settimana iridata d’oltreoceano. Da una medaglia d’argento tra le donne juniores. L’Italia arriva alla Vuelta dopo una stagione fin’ora di luci e ombre. Un Fiandre vinto (beccati in castagna? Già dimenticata la Longo Borghini?) un Giro d’Italia incoraggiante (diversi gli italiani protagonisti e vincenti), mentre al Tour abbiamo avuto Nibali trasformato quasi in caso nazionale RAI perché non vinceva e Paolini che ha deciso di tirare di coca chissà dove e quando, e il perché lo sa solo lui (ma ormai col motivo può farsi la birra), buttando nello scarico in maniera totalmente cretina un finale di carriera esemplare. Nonostante girino voci che la lista azzurra ideale di Gigi Sgarbozza abbia già superato quota 130 nomi, l’Italia continua il progetto di ricostruzione (nel settore maschile, sia chiaro) che si appoggia quasi totalmente sulle spalle di Davide Cassani. Non è da escludere che oltre ad annotare l’acquisto di una confezione di scurente per capelli, il CT abbia scritto sul suo taccuino anche alcuni nomi di casa nostra. Con la possibile esclusione di Nibali e Aru – a meno che la Vuelta non porti loro una condizione fisica perfetta – già in maggio Cassani avrà messo i nomi di un Diego Ulissi ritrovato, forse anche di testa, Elia Viviani e Sacha Modolo (saranno lui e Ulissi quelli su cui ‘girerà’ la Nazionale a Richmond?) che sono finalmente usciti dal limbo del “vorrei ma…”, con i ‘ragazzini’ Davide Formolo (ragazzo su cui Cassani punta tantissimo, ricordate che l’anno sorso Nibali tribolò da matti per batterlo al Campionato Italiano?) e Nicola Boem. Gli ultimi Mondiali ci diedero una Nazionale color azzurro-speranza perché lo stesso CT capiva che più di tanto non poteva chiedere al gruppo azzurro. Quest’anno, visto il percorso non così tremendo, difficile fare la corsa più dura di quel che probabilmente sarà. L’anno scorso Kwiatkowski vinse rischiando con un’azione solitaria. Tagliò il traguardo con pochi metri di vantaggio sugli inseguitori. Servirà forse una squadra più furba che forte, e che sia disposta a rischiare di perdere per cercare di vincere. Ce l’avremo una volpe in squadra?

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