Io li uso per farne giochi, per accendere la stufa, c’è chi li lega insieme per farne dei sottopentola ma non esiste una vera e propria raccolta differenziata che permetta il recupero del materiale di cui sono fatti.
La notizia di oggi, invece, è che esiste un’azienda, l’Amorim, leader mondiale nel mercato del sughero, che nel 2008 ha inaugurato in Portogallo il primo impianto per il recupero e il riciclo del sughero dei tappi consentendo di ottenere dal prodotto rilavorato materiale per altri utilizzi come l’edilizia, la coibentazione, l’abbigliamento, la meccanica e l’aeronautica spaziale.
Nel 2009 sono state riciclate 92 tonnellate di tappi di sughero, 20 milioni di pezzi. In Italia sono quasi 9 le tonnellate di tappi raccolte da febbraio ad agosto 2010, quasi 200.000 tappi usati e riciclati grazie a “Tappo a chi?”, il progetto sperimentale proposto nel Comune di Valdobbiadene da Rilegno, consorzio per i servizi di igiene del territorio (CIT) e Savno (Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale) con la collaborazione di Amorim Cork Italia.
“Dopo America, Australia e Portogallo – dice Carlos Santos, direttore generale di Amorim Cork Italia – anche l’Italia si attiva in modo organizzato nel riciclo del sughero. Siamo orgogliosi di far parte di questo importante progetto che guarda al futuro del nostro pianeta. La nostra azienda si impegna a acquistare i tappi raccolti. Il sughero verrà innanzitutto smistato e separato da materiali estranei quali plastica, carta o metallo. Successivamente verrà macinato e compresso e trasportato negli stabilimenti del Portogallo, dove verrà rimacinato e lavorato“.
Ovviamente, oltre al riciclo, è importante preservare la materia prima, ed è per questo che Amorim ha lanciato un programma grazie al quale il ricavato del riciclo di circa cinque milioni di tappi è stato impiegato per piantare 85.000 alberi di quercia da sughero.
Foto di Remuz78