L’Università.
A quest’ora dovrei aver già finito. Dovrei avere il mio bel pezzo di carta appeso trionfante e in bella vista nel salotto di casa. Probabilmente non mi sarà servito a niente. Probabilmente sarei ugualmente al pc, magari in uno studio a fare praticantato, sottopagato per 12 ore al giorno. Di sicuro sarei orgogliosa di me stessa. No lo so e non lo saprò mai.
So che ho scelto diversamente. Ho preso la strada più facile, ho mollato tutto e mi sono fatta trasportare dagli eventi. Mi sono adeguata alla vita che ha scelto per me e ho smesso di decidere, di fare progetti, di pensare solo a me.
Poi però, da qualche parte ci sono ancora io, ci sono ancora le cose che so fare e soprattutto ci sono ancora tutte quelle che ho già fatto. Ci sono quelli che ti dicono che non è mai troppo tardi per ricominciare e poi ci sono le cose che cambiano. Le cose che non tornano come prima ma che cambiano sempre e a volte, proprio come vorresti.
A vele spiegate e con il vento in poppa non si possono più campare scuse.Però non so bene cosa devrei fare, da chi andare o come muovermi.Ho raccattato un po’ d’immaginazione, un po’ di forza e un po’ di coraggio. Ho raccolto un po’ di sano egoismo e mi sono decisa.
Mi riscrivo all’università.
Carica come un razzo mi presento al piano terra dell’Ateneo centrale. Attraverso il portone principale con una stana sensazione nelle ginocchia, tengo gli occhi bassi e prego in turco di non incontrare assolutamente nessuno che mi conosca. Non voglio parlare con nessuno o dare spiegazioni a nessuno, sono sparita da un giorno all’altro da quei corridoi e proprio non mi va di dire come e quando a chiunque. Che poi magari non mi fanno riscrivere, che mi sono decaduti tutti gli esami già fatti e non mi va di ricominciare tutto da capo. Metti che la ricognizione costa un botto, mica la faccio. Metti che ci stanno dei problemi. No meglio non incrociare nessuno.
Vado dritta verso la segreteria. Il Dehor è stranamente deserto e appena arrivo che scopro? Che la segreteria studenti che dal 1 marzo ha cambiato orario, è chiusa. E sul sito non c’era scritto. E il sito non era aggiornato. E sono andata fino a lì per niente. Questo è un segno. E che cazzo. Ok, vuol dire che non s’ha da fare. Lasciamo stare.
Università del cavolo, io vengo ad iscrivermi e tu mi fai trovare la segreteria chiusa.
Poi, il fato, gli eventi e tutto quello che ci sta intorno ci rimettono lo zampino e stamattina sono proprio li. Davanti all’Ateneo. Lo guardo. Magari mi affaccio un attimo a vedere se è aperto. Mi affaccio solo, se c’è fila, vado via. Mi affaccio. E aperto. Non c’è fila. Vado.
C’è una signora così bassa che appena riesco a vederla dalla finestra dello sportello. È gentile e mi dice tutto quello che ho bisogno di sentirmi dire. Mi da dei consigli e mi dice di tornare a fine estate. Che tutto è in regola e che a settembre “puoi rimetterti in carreggiata”. Così mi ha detto, puoi rimetterti in carreggiata, come una macchina che è uscita fuori strada e ora ricomincia a correre.
Sono uscita dall’Ateneo con un sorriso ebete e 3000 pensieri. In realtà non ho concluso niente, potrei ancora tirarmi indietro, ma non lo farò, a fine estate torno e mi iscrivo, è certo. Vorrei incontrare qualcuno e dirgli: “hei sai che da settembre, torno?”, “sai che da settembre torno in carreggiata? Non è per dire, torno sul serio.” Non ho incontrato nessuno.
Ho chiamato una mia amica che mi ha detto “tu sei pazza, buona croce!” e poi un'altra che mi ha detto “sei grande, ce la farai!” bilanciando al 50 e 50 le mie paure e le mie aspettative. E poi lo sto dicendo a voi. E poi lo sto dicendo a me stessa come un mantra per catalizzare tutta la forza necessaria per crederci sempre più. Si ricomincia. Non come 3 anni fa, meglio di 3 anni fa. Si ricomincia.
Ps: Noi questo fine settimana approfittiamo del ponte lungo e ce ne andiamo in Emilia Romagna a mangiare gnocchi e tigelle e i tortellini buoni, quindi buona festa dell’unità a tutti e non dimenticate di sventolare forte le bandiere per festeggiare!!
Blondie - One Way Or Another