Si chiama “Rete religiosa di riconciliazione e pace” ed è stata costituita da vari leader religiosi del Mozambico per facilitare il mantenimento della convivenza nel Paese, dove si voterà per le elezioni generali il prossimo 15 ottobre.
L'iniziativa è partita da una Ong locale e questo è già un buon segnale che fa ben sperare.
Il Mozambico ha bisogno, infatti, di stabilità politica oltre che di sviluppo impellente.
Alla cerimonia inaugurale – riferisce il quotidiano Notìcias – hanno partecipato rappresentanti delle comunità cristiane, musulmane e induiste: tra loro il vescovo cattolico emerito di Tete, monsignor Paulo Mandlate, l’anglicano Dinis Sengulane, e lo sheikh Saíde Habibo.
Quest ultimo ha spiegato che la Rete vuole lavorare con soggetti pubblici e privati, partiti, ong e “persone di buona volontà”.
L'obiettivo è quello di promuovere “il benessere sociale spirituale ed economico per tutti i mozambicani”.
L’educazione delle comunità alla pace, gli ha fatto eco Sengulane, dovrà partire “dalla base".
Tutti i leader religiosi hanno concordato sul fatto che la responsabilità di mantenere la pace non è solo dei movimenti politici, ma “di tutti i cittadini”.
Perché la libertà d'azione ,e quindi i presupposti per una crescita politico-economico-culturale autentica, non può certo esercitarsi responsabilmente in uno spazio sociale quando c'è , in contrapposizione, forme di oppressione, di degrado, di sottomissione degli uni agli altri.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)