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Riconoscere la discalculia

Da Rossellagrenci
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RICONOSCERE LA DISCALCULIA

Sempre più spesso mi capita di contribuire alla diagnosi di bambini discalculici. Le procedure diagnostiche negli ultimi anni sono precise, attendibili; infatti la diagnosi è valida solo se c’è alle spalle una corretta valutazione clinica e solo dopo la 3^ elementare, epoca in cui queste abilità si sono stabilizzate.
Gli strumenti diagnostici attuali permettono di valutare le competenze nelle principali componenti di elaborazione cognitiva del sistema dei numeri e del calcolo. La discalculia in genere è associata alla dislessia e disortografia, ma può essere anche “pura”.

Quali sono le difficoltà più frequanti di un discalculico?

Per prima cosa, quella più evidente è che conta sulle dita, a volte con vergogna, nascondendosi, perchè gli insegnanti gli hanno detto che “non si fa!”

Questo significa che lavorano male nel calcolo orale.

Quindi:

- Incolonnano male le operazioni 

- Si perdono nelle numerazioni

- Fanno molta fatica nell’imparare le tabelline

- Comprendono poco o niente il testo del problema di matematica, alla prima lettura

- Eseguono i calcoli con strategie del tutto personali

Se invece volete leggere una spiegazione tecnica della discalculia, la trovate qui

Per chi vuole approfondire, consiglio di leggere il libro, uscito qualche mese fa, Didattica per la discalculia.

Didattica per la discalculia è un’accessibile guida pratica per aiutare, incoraggiare e supportare gli studenti con discalculia evolutiva.

Scritto da Brian Butterworth, il neuropsicologo famoso in tutto il mondo per le sue ricerche sulla discalculia, il libro propone strategie operative, attività e giochi riguardanti specifiche aree della matematica e basati sulla didattica metacognitiva.

Lo scopo è di aiutare gli insegnanti ad acquisire una migliore comprensione della discalculia, offrendo una serie di suggerimenti didattici che, se applicati, consentiranno agli alunni di apprendere gli aspetti basilari della matematica.
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