ripercorrendo il calvario di tanti amici, da Marcora a Vernaschi, che a sessantanni e poco più ci hanno salutato, Angelo se n’è andato, con grande discrezione ed in punta di piedi.
Per anni semplice militante democristiano, troppo rispettoso della politica e signore per confondersi nei “figli d’arte”.
Univa i doni del garbo e della gentilezza del tratto che, sovente, accompagnano le persone intelligenti e ricche di finezza d’animo.
Nel reticolo delle relazioni politiche e professionali coltivava amicizie profonde e illuminate da una condivisione non casuale di valori e di scenari ideali.
Coniugava la passione per la politica a quella mitezza che non si confonde con la resa, a quella temperanza che non sconfina nella cocciutaggine.
Perché Angelo ha creduto e praticato i valori della vita, della famiglia, del lavoro, dell’onestà, dell’amicizia.
Ma la sua testimonianza non è mai stata un dogma, né un’imposizione quanto una lungimirante ed elevata azione mai chiusa al ragionamento ed alla mediazione.
Un uomo a tutto tondo che, solo nella maturità della vita ed alla luce di un’alta esperienza professionale, ha prestato la sua persona ad una nuova avventura.
Candidato sindaco di Cremona e quindi capogruppo in consiglio comunale: forte la preoccupazione sugli scenari della città, ma sempre aperto alle ricadute dei temi territoriali.
Dalla scongiurata discarica di amianto a Cappella Cantone, alle cave di San Sigismondo e di Caravaggio, quest’ultima non lontana dalla bergamasca Albino ove era nata la sua famiglia, fino alla battaglia per l’acqua “bene comune”: un elemento in cui credeva davvero, senza per questo rinunciare al suo piglio imprenditoriale.
Momenti che, insieme alle testimonianze di una generazione cresciuta nella sinistra politica e sindacale democristiana, da Vernaschi ad Amos a Maroli, ora purtroppo nella diaspora, non dimenticheremo.
Grazie Angelo per la coerenza, la compostezza, la dignità e lo stile.
Giuseppe Torchio
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