Settimana scorsa si è celebrato il 68° anniversario dell’inizio del D-Day.
Sei giugno del 1944. La Seconda Guerra Mondiale è a una svolta decisiva. Le Forze dell’Asse, dopo i successi degli anni precedenti, sono in netta flessione, complice l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti d’America, il cui contributo si rivelerà decisivo su più fronti.
La liberazione dell’ovest europeo ancora in mano al Terzo Reich è il passo decisivo dei piani alleati per piegare la Germania prima che lo facciano i russi, arrivando da est. Per portare a termine questo obiettivo non c’è altro modo se non quello di attaccare la “Fortezza Europa” dal mare, anche se è chiaro che una strategia del genere sarà costosissima in termine di vite umane.
L’Operazione Overlord, nome in codice dello Sbarco in Normandia, è sicuramente una delle campagne militari più note, cruente e celebri della Storia. Per conoscerla nel dettaglio leggetevi la pagina Wikipedia che ho linkato a inizio articolo. Qui vi citerò soltanto un paio di statistiche essenziali per darvi un’idea di cosa fu il D-Day.
Nel giorno dello sbarco persero la vita all’incirca 8.000 soldati tedeschi e 10.000 alleati.
La stima dei morti dell’intera campagna arriverà a toccare, nell’agosto del ’44, i 210.000 tra morti, feriti e dispersi da parte nazista e i 226.000 tra morti, feriti e dispersi alleati.
Per l’immane impiego di mezzi da sbarco, aerei e mezzi meccanici l’Operazione Overlord è ricordata come la più grande operazione anfibia della storia.
Ma, soprattutto, al di là di ogni valutazione numerica, il D-Day è stato l’inizio, la posa delle fondamenta del mondo così come noi lo viviamo oggi. Questo è un dato di fatto. Più o meno tutti convengono col dire che si tratta di una delle pochissime guerre “giuste” combattute in epoca moderna. Ma questo è già un parere politico e io voglio starne fuori.
Ciò che mi preme sottolineare in questo post è un altra cosa: ma siamo sicuri che davvero tutti si ricordano il D-Day?
La risposta è no.
L’ho verificato proprio settimana scorsa facendo una rapida “esplorazione” su Facebook. Per quanto può sembrare assurdo (almeno ai miei occhi) molti, specialmente tra i giovani e giovanissimi, non hanno nemmeno idea di cos’è stato lo Sbarco in Normandia.
Per un appassionato di storia come il sottoscritto tutto ciò appare come incredibile e blasfemo, tuttavia non ho potuto fare a meno che constatare la cosa. Del resto gli anni passano, i veterani ancora in vita sono sempre meno, gli articoli e i servizi televisivi dedicati alla Seconda Guerra Mondiale diventano sempre più materia per “soli appassionati”.
Non ho modo di conoscere i programmi scolastici italiani, tuttavia temo che la Storia sia una materia un po’ trascurata. Aggiungiamoci pure molti professori che la spiegano in modo freddo e svogliato, senza riuscire ad appassionare un sedicenne a cui questi eventi devono sembrare antichi tanto quanto le Guerre Puniche.
E poi che altro? Ah, sì: gli italiani che non leggono e che quindi non imparano un cavolo.
Il bacio a Times Square alla fine della guerra.
Insomma, stiamo perdendo la conoscenza delle nostre radici storiche?
No.
Le abbiamo già perse. Almeno in buona parte.
Il che è drammatico perché, da qualunque parte decidiate di stare -democrazia o totalitarismo, comunismo, capitalismo o fascismo- la vostra scelta sarà basata su un tifo da stadio o su imbeccate di terze persone (politici, demagoghi), e non su una cultura personale dei fatti.
Secondo me, e nessuno me lo toglierà dalla testa, buona parte delle ingiustizie economiche, finanziarie e politiche che stiamo subendo negli ultimi due decenni nascono da un profondo distacco tra l’uomo medio e chi comanda. Ci affidiamo a persone di cui non conosciamo la storia, che vengono da un passato di cui non conosciamo la storia, che hanno ereditato il potere da tizi di cui non conosciamo la storia.
C’è un fatto strano che mi capita ogni volta che vedo qualche vecchio documentario. Ci sono quelle riprese di gruppo, sia che si tratti di soldati che di civili. Volti spesso giovani, ma che oggi appartengono a persone che ora sono morte e sepolte. A me viene da chiedermi: Chissà cosa pensavano di ciò che stava capitando? Chissà come vivevano quegli anni di profondo e drammatico cambiamento? Chissà se credevano di essere davvero nel bel mezzo dell’Apocalisse? Altro che zombie e meteoriti…
COMMENTI (1)
Inviato il 03 settembre a 12:20
Gentile amico, sono anch'io un appassionato di storia, e sono stato ad Omaha beach la Sanguinosa, devo dire che chi non crede e non si ricorda di questo avvenimento e deplorevole. si ricordano di brani musicali senza senso e non di ciò che è avvenuto. Buona continuazione, Davide