Magazine Diario personale

“Ricordati che devi morire”, ma quando?

Da Chiara Lorenzetti

Avevo una zia, la zia Carolina, che alla morte del marito, comprò per lui un loculo nel cimitero cittadino e ne comprò uno anche per lei, vicini. Nel suo loculo, fece mettere le decorazioni, il suo nome e cognome, la data di nascita e la sua foto. Per comprensibili motivi, non la data di morte. La foto era coperta da un panno bianco e non era raro trovarla al cimitero a pulire entrambi i loculi.
Era una donna stravagante e, di certo, per nulla timorosa della morte, inevitabile passo per tutti. Mi sono sempre chiesta, ed ero bambina, se avesse già acquistato anche la cassa e se si, dove la tenesse. Me la immaginavo sotto il suo letto e rabbrividivo ogni volta.

Si sa, parlare di morte non piace a nessuno.
E quando lo si fa, si tende a sdrammatizzare per riderne un po’ su.
La morte comprende tutti, ricchi e poveri e in questo periodo di crisi ci si adegua a tutto, ingegnandosi in ogni modo.
Questo manifesto pseudo Ikea la dice lunga e io pensavo di aver visto tutto e che, si, insomma, che fosse tutto solo un fottutissimo gioco.

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Ma gli esseri umani, che sono la mia quotidiana meraviglia, riescono sempre a stupirmi.
E così apprendo dal bisettimanale locale che un mio concittadino ha inventato la “bara fai da te” con kit di montaggio. Costo effettivo: 480€ con un risparmio di ben 1000€ su quelle già fatte, diciamo chiavi in mano ( e sono stati lungimiranti, secondo me si spende molto di più)
Pare sia un modello per l’esportazione perchè in Italia non è ancora possibile un tale commercio ( mah) e io non posso dare garanzia della notizia se non di quello che potete leggere anche voi qui ( l’articolo) .
Però ho come idea che possiamo farne un businnes.
Resta il fatto se è più conveniente comperarla in vita e già montarla o se dare l’incarico ai parenti post mortem.
La seconda soluzione la trovo geniale, giusto per i parenti serpenti:  ” non puoi accedere all’eredità se prima non monti la cassa”

Chiara


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