Magazine Diario personale

Ricordati di non ricordare.

Da Mariellas

Sì i ricordi.

Non parlo di  scavare nel nostro animo per cercare di pescare il ricordo d'infanzia, il raggio di sole che ci brucia sul filo del passato recente, il sorriso che ci manca ogni giorno (chiaro, quest'ultimo ci viene facile). Almeno non solo. Potrebbe essere, molto più semplicemente, l'ultima fetta di torta di mele che abbiamo mangiato da soli spaparanzati sul nostro divano.La coccola appena fatta al nostro cane.Insomma, non è che dobbiamo sfrantumarci il cervello per la fotografia più bella, per la serata indimenticabile. Troppo.Io vorrei parlare del peso che a volte a causa loro sopportiamo.A causa loro e della memoria.La memoria del resto, ha questa "simpatica" particolarità:ci becca all'improvviso quando meno ce lo aspettiamo.Noi siamo lì beati, col cervello in pappa, seduti (per fortuna) in metropolitana, sfiancati dalla giornata di merda che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle e non vorremmo pensare proprio a niente, nulla, nada.Cervello in corto si chiama. Meraviglioso diritto all'oblio, fantastica catalessi.E poi vediamo un gesto, come può essere ad esempio il passaggio di una mano tra i capelli.Lo colleghiamo ad un altro gesto simile, noto e amato.Ed è tutto un ritornare, lo spazio e il tempo si dilatano, ci inghiottono.E ci ritroviamo sorridenti come ebeti o tristi,  incuranti della gente, della puzza, della stanchezza.Ci vediamo, un mese prima, una settimana prima, ieri.Seduti ad un tavolino di un bar, una tazzina di caffè al lato e una brioche zuccherosa dall'altra parte.Un mano passata tra i capelli, per tenere in sospeso un concetto da finire, una pausa. O per un pensiero da cercare. Un istante piccolo.Che all'improvviso ci sospende.L'inizio di una nuova giornata, un momento condiviso. Nulla di eclatante.Eppure è  stato un momento felice. Allora.  Brevissimo, presto dimenticato. Salvo tornare a galla come un ospite inatteso mentre galleggiavamo dentro il grigio nel quale eravamo fino a quel momento. Ma lo volevamo, era necessario?O avremmo preferito il silenzio, la tabula rasa, per ricompattarci, per avere tempo solo per le cose necessarie.Che è tutto troppo oggi, eccessivo, ingombrante, pure inutile. Anche  il ricordo a volte. Che sia felice o meno.Posso ancora fidarmi della mia memoria, certo.  Con l'età è diventata più selettiva. Ma c'è, mi da spunti importanti, mi restituisce il passato con gli arretrati. Allo stesso tempo non è che impazzisco al pensiero di avere dimenticato qualcosa. Tutto bene alla fine, è bastato ricordarmi di non  ricordare e in un attimo è tutto di nuovo a tavola, bello e apparecchiato. Le caselline al posto giusto.Io però con i ricordi a volte ci faccio a pugni, vorrei avere giusto il tempo per poterli dimenticare. Respirare immobile, al buio.Grazie a Gabriele Romagnoli per lo spunto.




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