Il profumo delle pomelie, una vecchia poltrona in vimini sbiadita dal sole, un balcone su quella che era la strada della mia infanzia. Spesso ti trovavo su quel balcone, a fumare le tue sigarette, pantalone grigio e camicia rigorosamente a maniche corte. Era estate ma la tua pelle era già cotta dal sole, sembravi abbronzato anche in pieno inverno. Guidavi una Mini Minor e la sera, quando rientravi a casa, avevi sempre qualcosa per me: una barretta di cioccolato, un giornalino, un pacco di patatine (quelle con la sorpresa intrisa d’olio), una bambolina. Sempre, non te ne scordavi mai. “Curò”, mi chiamavi e mi volevi bene a tal punto che quando papà e mamma mi sgridavano, tu uscivi di casa, facevi un giro per far sbollire i nervi e la frustrazione e poi tornavi. Mi hai insegnato a leggere sui mille Topolino che mi compravi tutte le domeniche, mi hai viziata con passione e tenerezza, mi hai dato quell’amore incondizionato che ogni bambino merita di avere. Non ti scorderò mai, mio adorato zio Mimì. Manchi da tanto di quel tempo che ogni giorno devo fare i conti con una nostalgia che diventa sempre più immensa. Nel mio cuore ci sarai sempre. Grazie…
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