- Belsito anni ‘70
Il racconto, ambientato negli stabilimenti balneari di Ostia negli anni ‘70, si sviluppa seguendo il filo della memoria recuperando, durante una passeggiata sulla battigia, frammenti della vita adolescenziale, amori, amicizie e nodi cruciali dell’esistenza. Una sottile vena di malinconia e rimpiantoattraversa tutta la narrazione che diventa spunto per far rivivere le abitudini e i costumi dell cittadina. Scorrevole e fluido lo stile.
Questa la motivazione data dalla Commissione Giudicatrice del Leggio del Mare, capitanata dalla Professoressa Anna Maria Vanalesti, ieri pomeriggio ai bordi della piscina dello stabilimento Venezia di Ostia, per la premiazione dei racconti ispirati ai luoghi storici e letterari del tredicesimo municipio. Davanti ad una platea di bella gente, ma anche del presidente del Municipio e da alcuni consiglieri, accompagnato da un eccellente violinista e accarezzato dalla brezza marina e dagli ultimi raggi di sole, il racconto “Ricordi a labbra salate, ovvero Ostia coast to coast” ha ricevuto un premio offerto dalla Banca di Credito Cooperativo di Roma e tanti applausi generosi.
Ostia è il lugo dove sono cresciuta, dove ho vissuto la scuola, le amicizie più salde e i primi amori, è il posto dove sono stata meglio e dove vorrei tornare a vivere, è il posto del mio cuore e della mia anima, è il mio posto al sole, anzi, se qualcuno di voi avesse qui una casetta, magari sul mare e con un piccolo spazio all’aperto, anche da ristrutturare, e volesse farla tornare a vivere, non esiti a contattarmi. Prego astenersi agenzie immobiliari, grazie.
Stabilimento Plinius com'era
La storia si svolge attraverso trentacinque anni di vita sulle spiagge di Ostia, in un lungo flashback in cui compaiono i personaggi che hanno caratterizzato quell’epoca, ragazzi e ragazzi ma anche bagnini, compresi coloro che oggi non ci sono più, tutti riuniti al Belsito quando era di un bel rosso scuro, a raccontarsi segreti segretissimi alla CasaBianca, a tirarsi palloncini pieni d’acqua e a sfidarsi in estenuanti partite di palla a volo tra le cabine e a racchettoni sulla riva, scatenando le ire di Pasqualino e del Pantera. E poi, andando avanti, dopo i tempi dei fidanzati, delle moto d’acqua, di Capocotta e delle nottate a ballare e sballare sulla spiaggia fino al mattino, in un’età in cui si smette di essere figlie per trasformarsi in mamme, su altri lidi, a rincorrere i bambini e i loro giochi. Ci sono anche mamma e papà, come in un film in bianco e nero, di quelli con Walter Chiari, Sylva Koscina e Raimondo Vianello con i costumi in spugna e le cuffie con i fiori di gomma colorata, con l’Enalc Hotel e l’immancabile ruota rossa del Kursaal. Gelati, birra, coca e caffè borghetti tra il primo e il secondo tempo.
Non mi resta che augurarvi Buona Visione! E a chi riuscirà ad arrivare fino in fondo alla storia senza versare neanche una lacrima, verrà offerto un krapfen di Paglia appena caduto dal dirigibile e rotolato nello zucchero, caldo, profumato e ripieno di crema. Ma mi raccomando, non fatene indigestione.
Stabilimento Kursaal, com'era
P.S: Giacchè questo diabolico Kataweb non mi permette di pubblicare il racconto per intero, vi invito a lasciare un commento con la vostra mail e vi verrà inviato ad personam dalla sottoscritta. Un altro sistema per avere il racconto stampato, è andare presso la sede de Il Leggio del Mare, allo stabilimento Venezia, così magari vi fate anche un tuffo in piscina, e richiedere il libriccino con il racconto pubblicato. Ah, se prendete un aperitivo, dedicatemi un piccolo brindisi, ci tengo!