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Ricordi della foresta amazzonica (peruviana)

Creato il 13 aprile 2014 da Viaggimarilore

Guardavo poco fa oziosamente in tv un documentario sulla foresta amazzonica. Sullo schermo scorrevano immagini di animali a me noti perché visti di persona durante il nostro breve soggiorno, se così lo si può definire, nella foresta amazzonica peruviana, durante il nostro viaggio in Perù del 2012.

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Il bello dei viaggi è che lasciano dei ricordi. Ricordi che magari restano sopiti per tanto tempo, dopodiché basta un casuale risveglio della memoria per riportare a galla con potenza un’esperienza vissuta. La scossa alla mia memoria è venuta al sentire la parola “jabiru”, che è il nome della gru che vive nella foresta. Non ricordo di aver visto gru nella foresta peruviana, ma il nome lo ricordo bene ed è bastato a farmi fermare davanti al documentario. D’altronde la foresta amazzonica brasiliana, di cui si parla nel documentario, non è così diversa da quella peruviana, e infatti è stato bello ritrovare delle vecchie conoscenze: le scimmie cappuccine e il capibara, innanzitutto.
Già, il capibara: questo buffo topone che come un ippopotamo ha bisogno dell’acqua per vivere. Lo vedi lì, placido e sonnecchiante, seduto sulla riva pronto a buttarsi nel fiume (ed è così che l’abbiamo visto noi, al buio di sera), e non immagineresti mai che se un giaguaro lo punta lui scatta velocissimo e riesce a sfuggirgli.

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E le scimmie cappuccine, allora? Così a loro agio sui rami frondosi degli alberi (dove le abbiamo viste noi, su un isolotto chiamato appositamente Monkey Island), sono però costrette a scendere a terra per bere durante la stagione secca che, incredibilmente,colpisce anche la foresta amazzonica.

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Ricordo, delle nostre escursioni nella foresta amazzonica, la sensazione perenne di trovarsi all’interno di un documentario: così vedere un documentario proprio su quei luoghi ti conferma ancora di più quella sensazione! Che poi, a pensarci bene, non è una sensazione bizzarra e falsata? Eppure, siccome il nostro unico modo di conoscere la natura selvaggia e incontaminata è attraverso i documentari in tv, l’impressione di trovarcisi all’interno è quanto di più naturale e immediato.

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Comunque sia, di quel breve periodo nella foresta ricordo non solo immagini, che posso ritrovare nel documentario, ma anche sensazioni: il caldo soffocante, intanto, che attraverso un documentario non puoi percepire, e poi l’attesa di vedere qualche cosa di eccezionale, di scorgere qualche animale nascosto, e ancora la meraviglia di trovarsi a tu per tu con una natura pressoché incontaminata. Tutte queste sensazioni, che poi costituiscono il vissuto di ogni esperienza, un documentario non te le può dare. Ma te le può far tornare in mente. E così oggi è stato per me.


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