Per Hanna Lundmark, cresciuta in un'umile famiglia nel nord della Svezia, il freddo e la neve sono i primi ricordi, e con essi la povertà, «più che un ricordo, lo spazio dove era rimasta per tutta la sua adolescenza». È la carestia che la costringe a lasciare la sua misera casa ai piedi delle montagne e a imbarcarsi per un mondo sconosciuto. Una grande nave a vapore partita da Sundsvall e diretta in Australia la lascerà nel porto della capitale dell'Africa Orientale Portoghese, dove la sorte le ha riservato una smisurata ricchezza. Potente e misteriosa proprietaria di un bordello, Hanna vive in una realtà a lei incomprensibile, dove ognuno è rinchiuso nella sua personale gabbia di paura, i bianchi nascondono il proprio passato, i neri non ti guardano negli occhi e nessuno sembra mai dire la verità. Solo Carlos, lo scimpanzé strappato al mondo delle scimmie che veste una giacca bianca e accende i sigari ai clienti, desidera davvero la sua vicinanza. Anello di congiunzione tra due mondi cui non appartiene, Carlos incarna l'interrogativo centrale di questo toccante e provocatorio romanzo di Henning Mankell: cosa è necessario perché un essere umano possa essere definito tale? Sospesa tra i ricordi e un futuro che non è in grado di disegnare, Hanna si muove in un luogo degli opposti, e lentamente capisce che, se vuole ottenere l'impossibile, deve diventare un'altra persona.
Recensione
Pubblicato in Svezia nel 2011 e nel 2012 in Italia, questo è uno degli ultimi romanzi scritti da Mankell prima della sua morte, avvenuta nel corrente anno. Non è un giallo e non vi appare quindi il famoso commissario Vallander, tuttavia c’è un omicidio e, naturalmente, un colpevole che confesserà il reato, ma l'episodio è del tutto marginale nella dinamica dell'intreccio.
Ispirato a un fatto realmente avvenuto, il romanzo è la storia di una donna svedese, Hanna, partita poverissima dal suo paese e imbarcatasi su una nave commerciale come cuoca. Sul bastimento incontra un ufficiale di bordo che diventerà suo marito ma che muore di febbre a pochi mesi dal matrimonio. Hanna, traumatizzata dal grave lutto, non si sente di proseguire il viaggio e sbarca durante uno scalo nell'Africa Orientale Portoghese. Qui, dopo aver superato una malattia, aiutata da un ricco magnate del luogo - proprietario fra l'altro di un bordello per uomini bianchi con prostitute negre - dopo un breve periodo di corteggiamento, tenuto conto che i suoi risparmi sono agli sgoccioli e non volendo ritornare in Svezia, lo sposa in seconde nozze. Alla morte del secondo marito, avvenuta poco tempo dopo per cause naturali, eredita una fortuna.
Hanna non ha preconcetti sui negri e, anche se siamo nel 1904, non è portata a considerarli una razza inferiore come fanno gli altri bianchi, tuttavia non riesce a capire e a farsi capire dalla popolazione locale. Questa, asservita ai bianchi, ha saltuariamente scoppi di incredibile violenza apparentemente immotivata, almeno secondo il modo di pensare corrente.
Tutto il romanzo è incentrato sulle difficoltà di relazione fra lei, bianca, e le altre donne nere. Hanna viene considerata la padrona e, per quanto cerchi di instaurare un rapporto alla pari con le dipendenti, tutti i suoi tentativi sembrano fallire. Sono l’ignoranza, la superstizione e lo stato di inferiorità in cui sono relegate le popolazioni autoctone a condizionare il loro stato e a farle ritenere bugiarde e inaffidabili dalla popolazione bianca? E' ciò che si chiede la protagonista, che cercherà di aiutare anche una donna nera accusata dell'omicidio del marito bianco bigamo e, per questo suo prodigarsi verso un'indigena, verrà disprezzata dagli altri europei.
La scrittura asciutta di Mankell contribuisce a caratterizzare al meglio la personalità di tutti i personaggi. In particolare risalta l'analisi psicologica della protagonista, tanto da non far rimpiangere quella del commissario Vallander.
Fra i personaggi delineati da Mankell nei suoi romanzi raramente appaiono animali, ma in questo c’è uno scimpanzé. La scimmia non riesce più a integrarsi fra i suoi consimili, vivendo da troppo tempo fra gli umani, e ben rappresenta in fondo la condizione di Hanna alla ricerca della propria identità, non riconoscendosi né con la popolazione nera, né con quella bianca portoghese.
Il romanzo è scorrevole, con un ritmo sempre sostenuto, pieno di avvincenti colpi di scena e l’unica cosa discutibile è il finale, vagamente surreale, che non sembra amalgamarsi con il resto della storia decisamente realistica e, a tratti, anche molto dura.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Ricordi di un angelo sporco
- Titolo originale: Minnet av en smutsig angel
- Autore: Henning Mankell
- Traduttore: Giorgio Puleo
- Editore: Marsiliio
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: tascabili maxi
- ISBN-13: 9788831715775
- Pagine: 397
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,50